Si è svolto ieri un nuovo incontro con le Associazioni di Categoria del territorio convocate da Savno, Cit e dal Consiglio di Bacino Sinistra Piave. Presenti gli amministratori di Savno e i rappresentanti di Assindustria Treviso, Ascom, Confartigianato, Cna, Artigianato Trevigiano e Alpe Adria Imprese.
Tanti i temi posti sul tavolo sia da parte di Savno che da parte delle Associazioni, ad iniziare della situazione delle riduzioni tariffarie ex covid concesse per l’anno 2020. In primis l’azienda ha comunicato che, dopo la definitiva verifica e il controllo delle singole richieste di agevolazione pervenute dalle attività costrette alla chiusura per la pandemia, sono state accolte 2.794 istanze.
Le fatture emesse nei primi 15 comuni hanno inoltre evidenziato una riduzione media dell’importo della quota fissa di circa 82 euro, oltre alla diminuzione automatica della quota variabile in base all’effettiva quantità di rifiuto secco prodotto, per un totale di 267.704 euro, che in prospettiva porterà a riduzioni pari a circa 850 mila euro.
“L’investimento a sostegno delle utenze non domestiche è stato molto importante – ha sottolineato il Presidente di Savno Giacomo De Luca, – la società è riuscita non solo ad applicare riduzioni, ma ha anche assorbito il notevole incremento dei costi di smaltimento per l’anno 2020 (oltre a 1 milione e 200 mila) mantenendo le tariffe invariate rispetto al 2019”.
Il tavolo di confronto ha poi portato alla luce alcune divergenze interpretative del Dlgs 116/2020 in merito alla tariffazione delle aree produttive e dei locali ad esse collegate, ma le parti hanno auspicato di poterle superare quanto prima attraverso il continuo confronto costruttivo.
Facendosi portavoce delle istanze delle Associazioni che hanno rappresentato difficoltà per le proprie associate anche per il 2021, il presidente De Luca si è infine impegnato a portare all’attenzione del Consiglio di Bacino un nuovo piano di agevolazioni anche per l’anno in corso.
La nuova proposta partirà dall’esperienza pregressa ma cercherà di tener conto anche delle categorie più penalizzate, ovvero quelle aziende che, pur potendo essere aperte durante i periodi di lockdown, sono andate incontro a restrizioni tali che non hanno consentito loro lo svolgimento dell’ordinaria attività produttiva.
(Foto: Savno).
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