Segnali incoraggianti nella lotta alla Flavescenza dorata: all’Auditorium Banca Prealpi SanBiagio l’incontro con gli esperti del settore

Ieri venerdì all’Auditorium Banca Prealpi San Biagio di Tarzo si è tenuto l’incontro pubblico – organizzato dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG e da Banca Prealpi SanBiagio – dal titolo “Passi decisivi per il contrasto della Flavescenza dorata”.

Dall’incontro a Tarzo segnali di speranza nella lotta alla flavescenza dorata – Video di Monica Ghizzo

La Flavescenza dorata è una malattia della vite causata da un fitoplasma (Scaphoideus titanus) che provoca la morte dei ceppi colpiti e per la quale non esistono attualmente dei trattamenti curativi. “A distanza di circa sei mesi dal precedente aggiornamento, era il momento di informare gli agricoltori su cosa è successo in questo tempo: qual è lo stato attuale e cosa intendiamo a fare per le prossime settimane – ha spiegato il direttore dei Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, Diego Tomasi -. Un momento importante, in occasione del quale abbiamo convocato le persone che maggiormente seguono questa problematica e sono più esperte”.

Dopo i saluti istituzionali del presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG Elvira Bortolomiol e del presidente di Banca Prealpi SanBiagio Carlo Antiga, sono intervenuti il direttore del Servizio Fitosanitario della Regione Veneto Lucio Della Bianca, il professore di entomologia agraria all’Università di Padova e coordinatore del nuovo progetto Carlo Duso, l’Ufficio tecnico del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG nella persona di Francesco Boscheratto e il Tecnologo del CREA VE Vally Forte.

“È un tema assolutamente importante, e soprattutto in questo periodo siamo a fianco a Istituzioni, Consorzi di tutela, Associazioni di categoria ma soprattutto a fianco degli agricoltori nella lotta contro questo patogeno che sta creando molto problemi non soltanto sotto il punto di vista tecnico, ma anche economico – ha detto il presidente Antiga -. Un tema che va affrontato con una certa responsabilità, molta serietà e soprattutto con determinazione.

Abbiamo capito tutti che non ci sono bacchette magiche che possono portare alla soluzione semplice del problema, bensì ci vuole un insieme, un concorso di pratiche che possono essere risolutive nei confronti della lotta a questo patogeno – conclude -. Noi siamo vicini soprattutto perché questo può rappresentare un momento di incertezza e debolezza a cui noi dobbiamo chiaramente dare tutto il nostro apporto e sostegno. Banca Prealpi SanBiagio è vicina all’agricoltura e all’ambiente”.

Qual è stato il fulcro della serata? “Ci siamo resi conto che da una parte il clima ci sta aiutando, tanto è vero che le barbatelle che sono state piantate quest’anno in sostituzione di quelle che erano ammalate hanno avuto una buona ripresa vegetativa – ha affermato Tomasi -. Siamo anche convinti che questa è la seconda annata dove dobbiamo mettere tutta la nostra buona volontà, senso di comunità e collaborazione tra viticoltori, Consorzio, Regione ed enti di ricerca.

Se riusciremo ad essere così compatti e unanimi negli interventi, quest’annata potrebbe essere decisiva per dare veramente una spazzata a questa malattia affinché questo problema diventi qualcosa con il quale si può convivere – conclude -. Dobbiamo anche lavorare in fretta perché in precedenza i mercati sono stati un po’ “assonnati”, ma nel mese di maggio abbiamo avuto un aumento del 20% e a inizio giugno addirittura del 50%: i consumatori del mondo intero stanno aspettando questo nostro prodotto e la flavescenza non deve metterlo a rischio”.

“Un progetto iniziato nel 2021, nato dalla volontà di alcuni produttori di mettere ordine a una situazione particolarmente grave: la Flavescenza dorata che sta imperversando sui nostri territori dovuta ad una serie di cause – ha aggiunto il coordinatore Duso -. Il progetto ha affrontato 5 linee: lo studio della fenologia dell’insetto vettore Scaphoideus titanus, lo studio dell’epidemiologia della malattia e della distribuzione spazio-temporale del vettore in aree critiche, lo studio della relazione tra il bosco e il vigneto, l’effetto delle strategie di lotta e gli effetti collaterali che queste strategie possono causare agli equilibri biologici che dobbiamo preservare.

Il progetto è al terzo anno. Il primo è servito per capire quali fossero i principali fattori coinvolti, nel secondo abbiamo aggiustato la mira per quanto riguarda le strategie di controllo. Attualmente i risultati cominciano a farsi vedere. Oggi abbiamo una forte diminuzione delle popolazioni del vettore, quindi speriamo anche dell’incidenza della malattia” conclude Duso.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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