Cercansi donatori di sangue e plasma A positivo: è l’invito che arriva dal centro trasfusionale di Conegliano – Vittorio Veneto, rilanciato dal gruppo vittoriese dell’Avis (Associazione volontari italiani sangue).
“Le nostre richieste ai donatori arrivano in base alle esigenze del calendario Ulss 2 – spiega il presidente dell’Avis vittoriese, Luciano Sommariva -: verde indica situazione normale, il giallo una carenza, mentre il rosso un fabbisogno considerevole, proprio come quello di questi giorni rispetto al sangue di gruppo A positivo e plasma positivo. I calendari si aggiornano sistematicamente, in base all’andamento della raccolta”.
“Abbiamo notato un notevole calo in questo periodo di dicembre e gennaio, da attribuire probabilmente ai diffusi sintomi di influenza – osserva ancora Sommariva -. Percepiamo comunque, almeno nel nostro gruppo comunale, poca costanza nelle donazioni, che rimangono in numero ottimo quando ci sono delle chiamate: nei primi mesi del 2023 i nostri avisini risposero molto bene”.
“Nell’ultimo anno c’è stata una crescita del 30% del numero di donatori – prosegue -, ma manca una regolarità: alcuni sono storici e consolidati e arrivano anche a 7-8 donazioni l’anno, mentre altri sono costretti a ripetere gli esami di idoneità perché non più valida a due anni dall’ultima trasfusione. L’ideale sarebbe avere due donazioni pro capite l’anno”.
Rispetto al coinvolgimento dei giovani nell’associazione, Sommariva ricorda che “è in corso da diversi anni un progetto regionale di sensibilizzazione ormai consolidato nelle scuole, dalla primaria alla secondaria di secondo grado: per quanto riguarda i donatori tra i 18 e i 25 anni, abbiamo più donne che uomini, con inversione di tendenza rispetto agli anni ’80-’90”.
Rimane comunque un dato certo: “Dopo la pandemia le cose sono cambiate. Avevamo circa tremila donazioni l’anno, mentre negli ultimi tre-quattro anni siamo scesi a 2450, con 1800 donatori, in numero inferiore rispetto agli oltre 2400 degli anni ’80-’90”.
“Vorremmo fidelizzare di più gli avisini attivi, a cui siamo grati, per avere donazioni più costanti – conclude Sommariva -, tenendo presente anche il cambio generazionale ormai incontrovertibile: in tanti lasciano questo prezioso servizio per motivi di età, e il loro numero non viene compensato dai nuovi ingressi”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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