“Siamo in emergenza, aiutateci”: il grido di dolore dei commercianti squarcia il consiglio straordinario

La platea della seduta consiliare di ieri

Siamo in profonda emergenza: continuiamo a vivere con i nostri problemi e non veniamo ascoltati. Ho chiesto di partecipare ai vari incontri non per decidere, ma per dare il nostro apporto positivo. Se esponenti delle multinazionali se ne sono andati, significa che chi investe a Conegliano preferisce farlo sul centro commerciale. Il commercio dev’essere tutelato nell’interesse della comunità: mettetevi la mano sulla coscienza e abbiate la volontà di aiutarci”.

Sono le parole pronunciate ieri sera da Maurizio Gibin, numero uno di Ascom Conegliano, nel corso di un consiglio comunale straordinario richiesto dalle stesse associazioni di categoria (firmatarie di un documento unico di programmazione dello scorso dicembre), incentrato sul tema del commercio, per trovare con l’amministrazione una soluzione per il rilancio del comparto nella città del Cima.

Presenti anche Cesare De Martin (Artigianato Trevigiano Conegliano), Severino Dal Bo (Confartigianato Conegliano) e Andrea Zarattini (Confesercenti). Un consiglio comunale che ha visto una platea molto partecipata, composta da commercianti, esponenti di gruppi politici e di associazioni varie.

L’esito della seduta? Da più parti è stato richiesto un tavolo di confronto e di concertazione sul problema, ma a emergere sono stati soprattutto due visioni differenti della città e del commercio stesso. 

Tutto in un evidente e ormai chiaro clima pre elettorale.

Le richieste delle associazioni di categoria

Oltre alle parole di Gibin, che ha chiesto senza mezzi termini “un tavolo congiunto permanente per il rilancio del commercio e della città”, si sono sentite anche le voci degli esponenti delle altre associazioni di categoria.

Dal Bo (Confartigianato Conegliano) ha osservato che il turismo potrebbe essere un’ottima “leva di compensazione” in questo scenario, ma ciò si può verificare soltanto con “una regia comune, una programmazione e dei servizi. Serve lavorare sulla mobilità, considerata la posizione facilitata di Conegliano” ha proseguito, lanciando la proposta di una sorta di “Carta Unesco fedeltà”, per l’ingresso agevolato ai vari musei, invitando a riflettere sulla rilevanza del turismo professionale, da incentivare anche con la creazione di poli di formazione.

De Martin (Artigianato Trevigiano Conegliano) ha invece evidenziato il ruolo svolto in città dai taxi, chiedendo per i lavoratori del settore uno spazio di seduta vicino alla vettura, da usufruire nei momenti di attesa e l’opportunità di transitare, il venerdì mattina, nei luoghi chiusi dal mercato rionale. “I tassisti dovrebbero essere ascoltati qualche volta, perché conoscono meglio di tutti la viabilità” ha sottolineato.

Zarattini (Confesercenti) ha espresso l’auspicio di poter rivedere spazi di socialità nel mercato che, a suo dire, avrebbe visto nel tempo un decadimento, tra un continuo “turn over dei banchi. Bisogna riportare al mercato sicurezza, qualità e decoro. Il regolamento c’è, ma spesso non viene applicato. Cerchiamo di analizzare la situazione collegialmente, magari con degli incontri mensili per parlare dell’argomento – ha affermato -. Sento dire che vent’anni fa il mercato di Conegliano era il più bello del Triveneto, e oggi?”.

L’opinione della minoranza

A inaugurare gli interventi della minoranza è stato Maurizio Tondato (Lega) il quale ha richiamato la situazione generale, in cui vige un “ridotto potere di spesa” che porta “il cittadino a consultare l’online prima di fare un acquisto. Credo sia necessario un ripensamento delle attività, che unisca il lavoro sull’online con quello in presenza. In ogni caso, gli esercenti vanno sostenuti, con iniziative a beneficio del territorio – ha affermato, chiedendo un maggior dialogo tra Comune e associazioni di categoria -. Il rilancio del commercio passa per la riqualificazione delle aree da rivitalizzare e lavorando sulla percezione della sicurezza“.

Lucrezia Aggio (Fratelli d’Italia) ha proposto la creazione di un evento annuale dedicato al commercio e ai prodotti tipici del territorio: “Dovrebbe esserci in città un arredo urbano di qualità e una maggior pulizia dei locali sfitti, oltre a una diminuzione del costo degli affitti – ha dichiarato -. Con la nuova piazza Carducci, dove verranno messi i banchi del mercato?”.

Stefano Dugone (Libertà civica e popolare. Conegliano al centro) ha invitato tutti a “ragionare di squadra, al di là dell’appartenenza politica”, ricordando anche quanto iniziative come quella del manager del distretto “non hanno portato a risultati. La crisi generalizzata è una scusa per non fare nulla. Spesso ci sono idee imposte e scelte fatte in altri tavoli, che hanno delle ricadute sulla città” ha affermato, proponendo un sostegno agli affitti.

Alessandro Bortoluzzi (Gruppo misto) ha osservato che servirebbe maggior rispetto nei confronti dei commercianti, in quanto “non è corretto far passare il messaggio che sono degli incapaci. Il problema è grave e complesso, ma non c’è la consapevolezza della gravità dei problemi – ha commentato -. La situazione va affrontata con un piano di rilancio che riguarda tutta la città. Sarebbe da capire come ridurre i costi fissi degli immobili, intervenire sulle tariffe comunali dei rifiuti e sul fronte dell’occupazione del suolo pubblico nelle zone commercialmente fragili”.

Francesca Di Gaspero (Noi democratici), dopo aver letto le parole del collega assente Giovanni Maccarrone, ha sottolineato quanto, a suo dire “la città non funzioni da tanti punti di vista. I dati non mentono e basta farsi una passeggiata in città. Mancano spazi per i giovani e di aggregazione pubblica – ha ribadito -. Propongo un tavolo di confronto all’interno di una commissione speciale“.

Il punto della maggioranza

Il quadro ricostruito dalla minoranza non è stato confermato dalla maggioranza che, al contrario, ha rimandato ai mittenti le opinioni emerse.

Valeria Facchin (Forza Conegliano) ha ricordato quanto la crisi del commercio riguardi tutta la provincia e il suolo nazionale, evidenziando che “le nuove strategie di vendita condizionano le scelte del consumatore. Il Comune, come sta già facendo, deve rendere attrattiva la città, mentre i commercianti devono fare lo stesso con le loro attività – ha affermato -. Come Comune possiamo arrivare solo fino al marciapiede e alla vetrina, poi spetta ai commercianti il resto. Speriamo che ognuno faccia un po’ di autoanalisi, mettendo da parte pregiudizi e vecchie ruggini”.

Matteo Zucol (Forza Italia) ha osservato che nella relazione fatta da Gibin, a suo dire, ci sarebbe “una velata accusa di immobilismo. In città sono arrivati degli investitori per le zone da rivitalizzare: merito anche dei rapporti intessuti dall’amministrazione. C’è un benessere in crescita e bisogna coglierlo” ha riferito, invitando tutti a non parlare male della città e ricordando alcune vicissitudini delle passate elezioni, tra cui la candidatura di presidenti di associazioni tra le liste dell’attuale minoranza.

Dino Parrano (Chies sindaco avanti tutta) ha sottolineato quanto non si debbano attribuire tutte le responsabilità all’amministrazione, “che non è rimasta a guardare. Qualsiasi iniziativa comunale è vittima dei tempi lunghi della burocrazia. Credo poi che l’autocritica sia il primo elemento per progredire – ha commentato – Il pubblico non può e non deve sostituirsi all’iniziativa privata”.

L’assessore al Commercio Yuri Dario ha riferito che gli ultimi dati mostrano come il numero delle aperture, in rapporto a quello delle chiusure, sia aumentato, chiarendo la propria disponibilità “a sentire chi abbia un progetto che si possa realizzare. Mancano progetti innovativi calati nel contesto di Conegliano – il suo commento -. L’amministrazione si è impegnata in tante attività a favore del commercio: a volte non è possibile intervenire come si vorrebbe, a causa dei costi”.

L’assessore al Turismo Claudia Brugioni ha ricordato che esistono già dei tavoli istituzionali, citando l’esperienza della consulta del turismo e osservando quanto, in questo periodo storico ci sia “una popolazione basso spendente”, dove il consumatore è più attento alla spesa e in cerca di emozioni differenti. Facciamo 23 eventi all’anno, 22 macro eventi culturali, rassegne teatrali importanti ed eventi sportivi, abbiamo messo in campo strategie turistiche. Ci sono temi che competono al Comune e altri ai commercianti – le sue parole -. Il dialogo lo abbiamo sempre avuto, ma la voglia di collaborare ci dev’essere da entrambe le parti”.

Il sindaco Fabio Chies, invece, si è soffermato sulla questione dei dati legati alla città, a suo dire “interpretati in maniera faziosa” e osservando che Conegliano ha “un numero di eventi superiore a quelli fatti in città delle stesse dimensioni. Il commercio è l’unico problema della città, che è in crescita. Un problema che dipende dal modo di vivere che è cambiato – ha sottolineato -. Stiamo facendo il massimo e l’unica cosa che non ci manca è il coraggio. Non paga fare questa forma di partigianato e c’è una scia di critica costante contro l’amministrazione, che pesa”.

Conegliano in Cima

Questa, dopo la seduta consiliare, la presa di posizione dell’associazione “Conegliano in Cima”: “Il consiglio comunale straordinario di ieri sera, richiesto dalle associazioni di categoria e convocato dalle opposizioni, ha messo in luce una realtà che i cittadini e i commercianti vivono ogni giorno: Conegliano sta attraversando un momento difficile, e l’amministrazione continua a non dare risposte concrete. La crisi del commercio è un dato di fatto, ma ciò che sconcerta è la mancanza di iniziativa di chi governa la città. Di fronte a vetrine che chiudono e attività che lottano per sopravvivere, si preferisce ripetere slogan sull’attrattività della città e sugli eventi organizzati, senza affrontare le vere problematiche. Un copione già visto.

Se ieri si è discusso di questi temi, non è stato certo per volontà dell’amministrazione, ma perché le associazioni hanno dovuto chiedere a gran voce attenzione. Attenzione che non è stata accolta ma anzi, criticata fino ad arrivare a tacciare i commercianti di incompetenza. Ad oggi il dialogo continua a essere inesistente: le decisioni vengono calate dall’alto, senza confronto, mentre la città si spegne lentamente e lo possiamo vedere ogni giorno passeggiando per le strade della nostra città che sta diventando sempre più vuota e  pericolosa.

Conegliano ha bisogno di una politica diversa, capace di ascoltare e di agire in sinergia e collaborazione con chi vive il territorio. Basta con le promesse vuote e le frasi fatte: servono idee, soluzioni e soprattutto rispetto per chi ogni giorno si impegna per tenere viva questa città”.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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