La mostra di Lilia Baroni Maniero (nella foto) – inaugurata la scorsa domenica 12 maggio nel suggestivo Oratorio dell’Assunta, in piazza Cima a Conegliano – è stata per l’artista l’occasione di ripercorrere i ricordi di una vita e di proporre il suo particolare concetto d’arte.
“Fiori fiori fiori” è il titolo di una personale aperta fino a domenica 19 maggio, in collaborazione con l’Università Aperta Auser di Conegliano, che racchiude un significato particolare.
“Vede – ha spiegato Lilia Baroni Maniero – da sempre sono stata appassionata della natura morta, che ho immortalato non solo nella pittura, ma anche nelle incisioni. Per 30 anni ho insegnato discipline artistiche, tra Conegliano e Ogliano, sviluppando un particolare concetto di rappresentazione che ho trasmesso anche ai miei allievi, alcuni dei quali si sono anche distinti in occasione di concorsi“.
“Ho fatto decine di mostre sulla natura morta e sui fiori, – ha proseguito l’artista – dei quali sono molto appassionata, specie in arte, soprattutto per il significato che racchiudono: coinvolgono la sfera dei profumi e dei colori. Inoltre ogni raffigurazione racchiude una storia ed è legata a un episodio particolare della mia vita”.
“La mia passione per la pittura è nata da piccola – ha aggiunto Lilia Baroni Maniero – Fino all’età di 17 anni, infatti, ho vissuto nella città africana di Asmara, in Eritrea, e ancora adesso ricordo ogni singolo avvenimento legato ai vari dipinti. L’arte, per me, è sempre stato un modo di esprimermi e i vari episodi della vita mi spingevano poi a dipingere”.
L’arte come strumento del ricordo, l’arte come mezzo di espressione: le parole di Lilia Baroni Maniero dimostrano come le tele racchiudano molti significati oltre a ciò che viene rappresentato in superficie.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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