Che differenza c’è tra “riciclo” e “riuso creativo”? Apparentemente possono sembrare due termini molto simili tra loro, ma in realtà non lo sono: a spiegarlo è Debora Basei, artista coneglianese nota per aver ideato iniziative che hanno fatto proprio del riuso creativo il proprio “marchio di fabbrica”.
Nasce nel 2006 il progetto di formazione Ricrearti che, ancora oggi, prosegue il suo percorso, coinvolgendo realtà come le associazioni “Piccola comunità” di Conegliano e “Il pesco” di Mogliano Veneto: un’occasione di formazione che mira al recupero di materiale di scarto, il quale riprende subito nuova vita, tramite un mix di inventiva, creatività e collaborazione.
L’arte, pertanto, viene reinterpretata e dimostra le sue molteplici declinazioni: pare essere questo il messaggio lanciato da Basei, che ha deciso di mostrare a Qdpnews.it i vari oggetti realizzati, sullo sfondo degli splendidi interni di Villa Gera a Conegliano.
“La differenza tra riciclo e riuso creativo? Sicuramente nel primo caso la materia viene totalmente scomposta, mentre nel secondo si tratta di dare valore a materiali di scarto, che non vengono distrutti, ma bensì assemblati tra di loro“, ha spiegato Debora Basei.
Oltre alle già note Art cover mascherine, realizzate nel corso del primo lockdown, riprendendo le immagini di celebri dipinti, sono svariati gli oggetti che hanno visto nuova luce grazie al riuso creativo: cartelline, portadocumenti, borse a tracolla regolabili e borse a mano (di vari modelli e colori), portachiavi, fino alle comuni tessere per un puzzle o il gioco del memory.
Oggetti svariati come i materiali utilizzati: fogli di giornale, calendari, teloni dei camion, cravatte inutilizzate, pezzi di plastica, vecchi calendari e cataloghi, tappi di sughero, fino addirittura a confezioni di caffè e a scarti di cavi elettrici.
Materiali impensabili che riprendono letteralmente nuova vita, secondo il messaggio che l’artista è intenzionata a trasmettere.
“Il riuso creativo permette di comprendere come tutto assume valore e può essere valorizzato. – ha proseguito – Materiale che era destinato a essere distrutto, diviene la base preziosa per la nascita di nuovi prodotti”.
“Tutto ciò ha consentito una collaborazione con le aziende che, di fatto, ci donano ciò che avrebbero poi dovuto eliminare. – ha aggiunto – Pensiamo, ad esempio, ai cataloghi oppure ai calendari: è evidente che sono prodotti soggetti a un continuo ricambio. In questo modo, viene fatto anche un servizio alle aziende stesse“.
Aziende che hanno e continuano a collaborare con Debora Basei, come ad esempio Dotto Train, Amorim Cork, Dersut Caffè, Assindustria Venetocentro, Fincantieri ma anche camere di commercio e realtà come l’Atalanta o la Juventus.
Ma l’arte, secondo Basei, può diventare anche uno strumento di coesione sociale, in grado di stimolare la creatività di ognuno. Nei progetti di riuso creativo sono stati coinvolti studenti, ragazzi delle associazioni ma anche anziani affetti da Alzheimer.
“Ci sono alcune cartelline dove, grazie al riuso creativo, sono stati inglobati i disegni realizzati da persone affette da Alzheimer. – ha spiegato – Io credo che l’arte, in questo modo, dimostri come tutti possano essere coinvolti nella creazione di oggetti, che poi sono destinati a rimanere davvero dei pezzi unici“.
(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it