“Un giorno rivedremo quel sorriso”: il commovente addio ad Angel Abel, morto sul Giau

La sala di commiato del Crematorio di Conegliano non ce l’ha fatta oggi venerdì pomeriggio a contenere tutti gli amici e conoscenti di Angel Abel Anchundia Ayala, il 37enne che troppo presto ha lasciato questa vita, facendo ciò che di più amava.

E la cerimonia ha voluto omaggiarlo, ricordandolo nei suoi momenti migliori, tra le sue amate vette, dove praticava lo scialpinismo, prediligendo la compagnia degli amici.

Le foto che lo ritraggono sorridente hanno sfilato facendo da sfondo alla bara di legno chiaro, dove lui, in foto, in vetta osservava tutti con il sorriso che lo contraddistingueva.

Fiori bianchi e gialli sono stati scelti per accompagnare il suo addio, mentre centinaia di persone, molte delle quali rimaste nel cortile esterno e fuori dai cancelli, non sono riuscite a trattenere lacrime ed emozioni.

Amici, tanti, che hanno dedicato una parola di vicinanza e di conforto alla famiglia affranta da questa immane tragedia.

Una settimana fa nessuno di loro avrebbe creduto di dover gli dirgli addio così presto. Eppure domenica è accaduta la tragedia in cui Abel non ce l’ha fatta, dopo la valanga che lo ha travolto nell’area di Forcella Giau.

“Tuo fratello mi ha insegnato a fare arrampicata”, sono solamente alcune delle parole di cordoglio che gli amici hanno rivolto ai parenti.

“Solare, soddisfatto di quello che ha compiuto nella sua vita”: così il giovane è stato descritto e questo è stato, al tempo stesso, un invito a ricordarlo nei suoi momenti migliori.

La cerimonia è stata celebrata da Davide Faraon, anziano della Chiesa evangelica (Missione Nuova Pentecoste) di San Fior.

Una cerimonia commovente, dove è stata ripercorsa l’esistenza del defunto, sulle note di una musica di sottofondo, che ha contribuito a riunire tutti i presenti, in un unico ideale abbraccio.

“Una circostanza drammatica ha segnato la vita di questa casa. Ricordiamoci che, quando nasciamo, siamo una barca che fluttua nel mare” le parole di Faraon.

“Dobbiamo ricordare Abel come qualcuno che ha vinto sulle sue difficoltà e sui suoi mostri: ogni vita lascia un segno – ha proseguito, rivolgendo parole di cordoglio e di vicinanza ai parenti -, Quando perdi un figlio, è come ti manchi un arto: siamo vicini a questa famiglia”.

“Siamo certi che un giorno rivedremo quel sorriso e, intanto, chiediamo a Dio la forza di superare quel male”, sono state le parole finali.

Poi l’uscita del feretro dalla sala, mentre più di uno, sottovoce, pronunciava due parole, semplici ma significative: “Ciao Abel”.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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