Parigi, città magica in ogni periodo dell’anno, ma che durante i Giochi Olimpici si è letteralmente trasformata. Misure di sicurezza a livelli altissimi e un clima unico, quello che solo la massima competizione sportiva del mondo può regalare. Molti i francesi che hanno deciso di lasciare la capitale affittando a prezzi folli le abitazioni a tutti coloro che sono arrivati in città per assistere alle Olimpiadi.
Ma c’è anche chi ha deciso di fare il percorso inverso partendo da Conegliano per assistere dalla propria abitazione parigina alla cerimonia inaugurale lungo la Senna e vivendo in una Parigi totalmente diversa, come nessuno la aveva mai vista.
È il caso di Gianni Donadel che nella città del Cima ci vive e lavora, ma che appena riesce “scappa” oltralpe per vivere nella capitale francese. Assieme a lui, oltre al nipote Giorgio Leone, anche i quattro chip che Gianni si è fatto piantare sottopelle e che solitamente usa per pagare il caffè al bar o per aprire la porta di casa. Un marziano che è stato protagonista anche dell’omonima trasmissione televisiva di Pif che è andata in onda (in replica) anche ieri sera, giovedì.
Misure di sicurezza ai massimi livelli – dicevamo – e per questo motivo ai residenti è stato fornito, dopo attente analisi, un codice digitale che permetteva loro di uscire di casa e muoversi tranquillamente anche nelle zone blindate della città. E allora è proprio all’interno di uno dei suoi chip che Gianni ha deciso di conservare questo importante documento, da tenere sempre a portata di mano (appunto) e da non perdere mai.
Gianni ha avuto anche l’onore di assistere alla cerimonia inaugurale che venerdì ha regalato a tutti uno spettacolo senza precedenti, distanziandosi in modo radicale dalle cerimonie tradizionali del passato. Uno spettacolo itinerante che ha visto la cerimonia non svolgersi in uno stadio, ma lungo la Senna e coinvolgendo tutti maggiori monumenti di Parigi.
Gianni, che clima si respirava in città quella sera?
“L’atmosfera era elettrica, anche se l’avvenimento è stato disturbato da una pioggia costante, con Parigi trasformata in un palcoscenico a cielo aperto per un evento che prometteva e ha mantenuto emozioni e sorprese a ogni angolo. Gli spettatori hanno potuto assistere allo spettacolo da diversi punti della città a volte fantasiosi”.
Come è stata la cerimonia lungo la Senna?
“Sono state 85 le barche, di diverse dimensioni, che hanno navigato sul fiume con a bordo gli atleti di tutte le nazioni partecipanti e per fortuna non c’è stato nessun incidente. È stata un’emozione unica che difficilmente dimenticherò”.
Si è parlato di una Parigi blindata, come sono le misure di sicurezza?
“Sono state certamente imponenti e hanno creato non pochi disagi perché anche i residenti per entrare nei propri quartieri nelle zone interessate dalla cerimonia d’apertura, dovevano esibire un QR-code rilasciato dopo rigorose verifiche. Si usciva di casa e c’erano Polizia e Militari ovunque, ci si sentiva blindati ma anche al sicuro. Tutt’ora la città è estremamente controllata”.
A proposito del QR-code per entrare nel quartiere. Perché la scelta di inserirlo in un chip?
“Dimenticarlo significava non tornare a casa per cui per averlo a “portata di mano” l’ho inserito dentro a uno dei microchip che ho sotto la pelle, così ero sicuro di non perderlo o dimenticarlo mai”.
E ha funzionato?
“Dal punto di vista tecnico ha funzionato senza problemi, ma un po’ meno da quello “umano”: ai varchi di controllo ho dovuto fornire non poche spiegazioni per convincerli che, almeno per me, è normale utilizzare questi strumenti. Se non ci affrettiamo a formarci, l’impatto che avranno le nuove tecnologie, per prima l’Intelligenza Artificiale ormai fra noi, ci troveremo spiazzati e sempre più in difficoltà”.
(Autore: Simone Masetto)
(Foto: per concessione di Gianni Donadel)
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