“Una finestra sul passato” di Conegliano: gli scenari della città nello sguardo fotografico di Vittorio Celot Celotti


Usi, costumi e scenari di una Conegliano d’altri tempi: è questo il focus della mostra fotografica inaugurata mercoledì 23 giugno, allo Shopping Center, noto come Biscione, di Conegliano.

Una mostra impreziosita dalle istantanee di Vittorio Celot Celotti, coneglianese nato nel 1896 e con un diploma alla Scuola enologica Cerletti.

Fin da giovanissimo coltiva la passione per la fotografia, quando solo 11enne riceve in dono la prima macchina fotografica, con cui immortala le scene famigliari delle vacanze in Val Zoldana.

Poi arriva il primo conflitto bellico, la chiamata al fronte e gli scenari bui della guerra, esperienza che gli varrà il cavalierato di Vittorio Veneto.

Una volta finito il conflitto, dopo l’attività per la “Commissione per la delimitazione dei nuovi conflitti italo-austriaci” e un’esperienza come contabile, entrerà nell’azienda Dal Vera, svolgendo funzioni amministrative e dirigenziali.

“La mostra è stata fatta per debito di riconoscenza nei confronti di mio padre”, ha rivelato il figlio Alberto, il quale ha spiegato come, assieme ai fratelli, abbia recuperato circa 20 mila negativi: di queste immagini, circa 2.500 sono state digitalizzate. E ora addirittura c’è in programma la creazione di un fondo dedicato alla figura di Vittorio Celot Celotti all’archivio storico della Provincia di Treviso.

Nella città del Cima, invece, grazie alla sinergia con i ragazzi della Piccola comunità, gli studenti delle scuole, nell’ambito del progetto Ricreiamo Conegliano di Debora Basei, è stata offerta questa finestra sul passato, con installazioni complete di immagini dal primo decennio del Novecento, fino a oltre gli anni Quaranta.

Villa Gera, la Fontana del Nettuno, Porta Monticano, il Duomo, piazza Cima, viale Carducci: sono soltanto alcuni degli scorci immortalati tra lo scorrere del tempo dall’obiettivo di Celotti.

E ancora le abitudini di un tempo, i giochi dei più piccoli, scene del mercato, i carri di uva e anche i ritratti di donne e uomini di diversi decenni, gli antichi mestieri: un viaggio attraverso i sapori del passato, tra le tradizioni che si respiravano in città.

Immagini impreziosite da alcuni commenti testuali, per immaginare una “Conegliano a occhi chiusi”, tratti dalla tesi di laurea di Giovanni Salvador, il quale ha descritto la città tramite i possibili rumori, odori e le voci.

Un racconto, quello offerto, per narrare lo sviluppo della città attraverso il commercio e l’artigianato, negli anni dove si è assistito alla nascita di nuove aziende, ma anche una narrazione tra i capitoli della storia passata, per poter trovare conforto in questo periodo che stiamo vivendo.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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