Un dialogo sul sistema di relazioni riguardanti il territorio locale: potrebbe essere definito così il convegno tenutosi nel pomeriggio di ieri, venerdì 29 aprile, nell’aula magna della sede dell’Università degli Studi di Padova, nel campus viticolo ed enologico del Cerletti di Conegliano.
“Viticoltura, turismo e comunità locale. Dinamiche di confronto e collaborazione per lo sviluppo dell’Alta Marca Trevigiana” è il nome del convegno, a cui erano presenti sindaci e rappresentanti di Comuni, istituzioni, aziende, del Cirve (Centro interdipartimentale per la ricerca in viticoltura ed enologia) e nel quale si sono succeduti studiosi e ricercatori, ovvero coloro che hanno partecipato a un’analisi che farà da base a una seconda tappa, incentrata sulla progettazione di iniziative a carattere partecipativo da mettere in campo, con proposte finali da concretizzare in estate.
Quello di ieri, in sostanza, è il primo di una serie di incontri concepiti sulla questione. Il capofila del progetto è Coldiretti Treviso, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Padova, l’azienda sanitaria Ulss2 Marca trevigiana, Ciset (Centro internazionale di studi sull’economia turistica dell’Università Ca’ Foscari Venezia), Coldiretti Veneto e Gal Alta Marca.
Come ha osservato il presidente di Coldiretti Treviso Giorgio Polegato, spesso si è verificata una forma di distanza tra viticoltori e popolazione, anche sul tema ambientale.
Giuseppe Carlet, presidente del Gal Alta Marca, invece, ha affermato che tale conflitto sociale risulta potenzialmente dannoso per l’immagine del territorio stesso e mette da una parte i produttori che vogliono fare impresa e dall’altra i cittadini preoccupati per la propria salute.
L’analisi condotta, quindi, si presta come metodo per intervenire sulle modalità di relazione nel territorio, per favorire un concetto di “politica inclusiva”.
La ricerca, pertanto, ha richiesto la conduzione di alcune interviste su specifici gruppi, per cogliere la varietà di punti di vista presente sul territorio stesso.
Tra i fenomeni presi in esame, ad esempio, c’erano le tipologie di coinvolgimento e confronto su temi legati all’aspetto ambientale, ma anche il grado di percezione verso le politiche condotte in tema di interventi urbanistici e verso la questione dell’applicazione del regolamento di Polizia rurale.
Il peggioramento dello status ambientale può divenire infatti motivo di tensione sociale (si vedano ad esempio i conflitti generati dalla distanza di vigneti da luoghi sensibili come le scuole): di conseguenza, alla luce di ciò, la tutela ambientale può diventare una soluzione utile anche ad abbattere potenziali motivi di tensione sociale.
In sostanza, lo studio ha preso in considerazione l’analisi dello stato delle relazioni tra i portatori di interesse e la comunità locale, la percezione e l’approccio al tema della salute e del rischio ambientale, la percezione del ruolo della viticoltura e del turismo, ma anche la concezione del ruolo del turismo stesso nel tessuto economico sociale. Studio i cui risultati saranno al centro delle prossime iniziative.
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