Cordignano, De Re sull’alluvione del Meschio 2020: “Stufi di questo silenzio”. Campagna: “Siamo al lavoro per opere di sicurezza idraulica per 450mila euro”

“Ad un anno dall’esondazione del fiume Meschio, avvenuta nel dicembre 2020, sarebbe opportuno fare un bilancio o perlomeno il punto della situazione su come procedono i lavori di messa in sicurezza e su dove sono i rimborsi economici”. Il leader di Insieme per Cordignano, Luca De Re, con questa annotazione ha richiamato l’attenzione dei cittadini e dell’esecutivo guidato da Roberto Campagna su uno dei temi più importanti che hanno interessato e interessano gli abitanti di Cordignano. E la giunta, nella settimanale riunione di martedì sera, ha illustrato la sua valutazione politica e quanto sta facendo.

La posizione di Insieme per Cordignano è la seguente: “Le attività e i cittadini colpiti dall’alluvione – ha detto De Re – sono stufi del silenzio prolungato da parte delle istituzioni. In particolare questi ultimi sono ancora in attesa di risposte in merito ai quesiti formalmente presentati tramite lettera interlocutoria indirizzata all’amministrazione comunale subito dopo l’evento calamitoso sulla responsabilità per mancato preavviso, e sulla proposta di raccolta fondi presentata da almeno 40 famiglie risiedenti nell’area tra via Isonzo e Via Tiepolo. Proposta rigettata dall’amministrazione comunale senza dare alcuna motivazione a tale scelta”.

“L’unico segnale – annota – è stato un timido riconoscimento dei costi di spurgo dei tombini eseguito, per ovvie necessità, subito dopo l’esondazione del Meschio. Decine di automobili distrutte o irrecuperabilmente danneggiate, danni ingentissimi agli edifici residenziali e ai beni in essi contenuti avrebbero quantomeno meritato un atteggiamento di solidarietà locale, se non regionale, nei confronti della popolazione interessata dall’evento calamitoso”.

Si fa presente, poi, che alcune famiglie ed attività produttive della zona colpita hanno abbandonato o messo in vendita gli immobili, non potendo far fronte alle spese di ripristino. Altre hanno presentato denuncia.

“Riguardo ai lavori di messa in sicurezza dell’alveo del fiume da parte del Genio Civile con la sovrintendenza dell’assessorato ai lavori pubblici – continua De Re – che in questi giorni si sono completati, secondo il parere autorevole di alcuni esperti non risolverebbero in maniera definitiva il problema. L’innalzamento dell’argine subito prima della centralina idroelettrica in località Pinè è al centro del dibattito. Di fatto, aumentando il livello di portata del fiume, lasciando la centralina così com’era, si viene a creare una sorta di laminatoio, favorendo l’esondazione in corrispondenza della stessa centralina. In pratica alla prossima alluvione, se gli argini a monte faranno il loro dovere, saranno le frazioni di Pinè e Ponte della Muda a finire sott’acqua. Se a questo sommiamo il fatto che i lavori di ripristino, pulizia e messa in sicurezza dell’alveo fluviale sono stati fatti a monte di tali territori, senza intervenire sul materiale di deposito accumulatosi a valle, verso Ponte della Muda, ulteriori situazioni di emergenza potrebbero essere pressoché inevitabili”.

“Noi ci chiediamo – prosegue -: l’assessore ai lavori pubblici e il sindaco sono al corrente del potenziale pericolo che questi lavori potrebbero innescare? Se sì, quali saranno gli interventi per evitare ciò e in quanto tempo verranno realizzati? Chiediamo a gran voce di istituire al più presto un conto corrente solidale a favore dei cittadini e delle attività colpite lo scorso dicembre e di aprire un tavolo tecnico dove ci si possa confrontare ed ascoltare al fine di adottare quelle soluzioni per mettere in sicurezza il territorio da un punto di vista idrogeologico”.

“L’amministrazione comunale – risponde la giunta del sindaco Roberto Campagna -, naturalmente, non ha dimenticato e non può dimenticare quel che è accaduto l’anno scorso. Non c’è nessun silenzio: le domande di indennizzo per le automobili e i beni mobili da inviare alla Regione Veneto sono state raccolte dal Comune negli scorsi mesi, da ultimo entro ottobre, e sono ora al vaglio dei competenti uffici della Regione Veneto, e ciò perché lo Stato non ha fatto ancora nulla”.

“Per quanto riguarda il nostro Comune – proseguono i componenti dell’esecutivo cittadino -, come abbiamo annunciato in campagna elettorale, abbiamo intenzione di dare assoluta priorità alla sicurezza idraulica, e lo dimostriamo con i numeri: nel Programma delle opere pubbliche del prossimo triennio abbiamo inserito opere di sicurezza idraulica per un valore complessivo di 450 mila euro. Per il centro di Cordignano è in corso di progettazione l’intervento di mitigazione idraulica di Via Cadorna, con una condotta scolmatrice del torrente Volt che passa sotto Piazza Italia e prosegue in Via Cadorna e Via Torricella. Abbiamo poi intenzione di intervenire nelle altre situazioni di rischio idraulico, sulla base del Piano delle Acque”.

“Per proteggere il nostro territorio dagli eventi di piena abbiamo avuto nei primi giorni di novembre – raccontano primo cittadino e assessori – un incontro all’Ufficio del Genio Civile per spingere sulla realizzazione, da parte della Regione Veneto, di un bacino di laminazione a monte del territorio di Cordignano”.

“E’ una missione che, però – sottolineano -, non possiamo condurre da soli: intendiamo coinvolgere le amministrazioni limitrofe, con le quali intendiamo agire per la progettazione e realizzazione dell’intervento”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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