“Virtual -mente si conferma un buon progetto per favorire una valida sinergia di rete fra diverse agenzie istituzionali e formative, che ha l’obiettivo di favorire e far maturare un uso corresponsabile dei vari mezzi e canali che ci sono nel mondo digitale” questo il commento dell’assessore alla cultura di Cordignano Giada Della Libera.
Con questi presupposti si è svolta la serata conclusiva del progetto “Virtual-mente organizzata nell’ambito delle attività del “Maggio di cultura 21”, è avvenuta su piattaforma Meet lunedì 24 maggio, dalle 18 alle 20, con gli interventi degli esperti Francesco Moret e di Giovanna Bortoluzzi, che hanno curato tutte le fasi del progetto.
L’incontro, dove è emerso che il 36 per cento dei ragazzi delle medie non ha profilo social, si è concretizzato in due momenti, l’uno per presentare gli esiti dei lavori svolti con i bambini delle classi quarte e quinte delle primarie, l’altro per illustrare quanto è emerso con i ragazzi della secondaria di primo grado.
“Ringrazio l’amministrazione comunale per l’importante opportunità che ci ha dato. Virtual-mente – ha sottolineato il dirigente scolastico Giuseppe Greco – è stata un’occasione per far incontrare scuola, famiglie e amministrazione su un tema delicato e attuale: la sicurezza dei nostri ragazzi e ragazze quando navigano in rete. Gli incontri on-line condotti dal brillantissimo operatore hanno consentito ai bambini e anche ai pre-adolescenti (8 su 10 di loro dichiarano di utilizzare almeno un social network) di riflettere su alcune regole di condotta e soprattutto sul riconoscimento della differenza tra virtuale e reale: se il primo offre motivi di svago e anche di apprendimento, il secondo rappresenta la vita autentica”.
“Sono state riunioni digitali che hanno avuto lo scopo di spiegare ai genitori quanto è stato fatto e quanto è emerso – ha spiegato Giada Della Libera – con gli esperti che hanno seguito il progetto e che hanno tenuto i momenti formativi online. I genitori hanno avuto l’opportunità di dialogare con il dottor Moret e con la psicologa Bortoluzzi”.
Fra le sottolineature evidenziate dal dottor Moret, alcune hanno colpito l’attenzione dei partecipanti: ad esempio oggi i ragazzi pur rimanendo insieme in un luogo non dialogano fra di loro, ciascuno in silenzio preferisce guardare il proprio cellulare e dialogare eventualmente con i messaggi.
I genitori sono chiamati ad affiancare i bambini ed i ragazzi nell’uso dei cellulari e dei social per aiutarli ad acquisire un senso di maturità e di responsabilità e per evitare loro di incappare in situazioni di rischio o di pericolo.
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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