Monsignor Giacomo Raccanelli si è spento ad 89 anni, lasciando di sé il ricordo di un uomo che ha dedicato la propria vita a Dio e all’arte. E ha condiviso con gli altri, in ogni attimo, la propria fede, profonda, in Cristo e il proprio amore, appassionato, per la bellezza e per la cultura. Tanto che nella sua sala da pranzo i mobili erano pieni di … libri.
In particolare il sacerdote è stato molto stimato a Cordignano dove, dal 1969 al 2017, ha ricoperto l’incarico di cappellano della Casa di riposo San Pio X. E qui ha continuato a risiedere anche negli anni successivi.
“Sicuramente don Giacomo – ricorda suor Sara Sanchez, per molti anni in servizio alla Casa San Pio X – era una persona da scoprire. A prima vista poteva apparire quasi burbero, un po’ chiuso, freddo. Il primo approccio era così, ma poi man mano che ci si avvicinava e si stabiliva un rapporto più profondo, io ho sempre avuto una grata sorpresa, scoprendo un uomo di una grande fede, amante della Chiesa universale e diocesana, con una cultura vastissima e una grande curiosità per imparare qualsiasi cosa”.
Finché la salute glielo ha permesso, sempre con molta discrezione, don Giacomo è stato partecipe alla vita della comunità, religiosa e civile.
Ha collaborato con la parrocchia di Cordignano, dove è stato anche catechista. Con la Pro Loco di Cordignano era particolarmente attivo nell’ambito del Premio Nazionale di Pittura, che ogni anno porta in paese oltre 300 opere di artisti italiani e stranieri (nella foto uno dei suoi quadri).
Per molto tempo è stato membro della giuria, ha curato l’allestimento della mostra e supportato, come esperto, l’associazione. Don Giacomo oltre che un amante della pittura era egli stesso un pittore.
“Lo spiccato senso estetico e artistico, molto marcato in lui, – continua suor Sara – lo aveva ereditato anche dalla famiglia: il papà era scultore, il fratello insegnava arte ed era artista. Si commuoveva durante l’omelia se citava un artista, un’opera d’arte o una poesia, e lui cercava sempre di camuffare la commozione con la tosse”.
La sua generosità è testimoniata tra l’altro dalla donazione che ha fatto, già in vita, della sua immensa e preziosa biblioteca al Seminario vescovile. All’interno di essa si trovano volumi di alto valore artistico solitamente reperibili unicamente nelle grandi biblioteche.
Ha dato testimonianza di essere un sacerdote fedele al suo ministero fino all’ultimo anche nella sofferenza e nelle infermità, sia quando ha cominciato ad avere delle difficoltà nel camminare, presiedendo l’eucarestia rimanendo in piedi davanti all’altare per tutta la liturgia, che quando, seppur su una sedia a rotelle, partecipava alla messa con grande devozione.
“Era una persona pronta al dialogo, alla discussione – conclude suor Sara -. Il primo anno è stato difficile per lui accettare la disabilità e la mancanza di autonomia. Ma superato quest’anno ha vissuto con serenità, con pace, anzi collaborando con coloro che cercavano di migliorare il suo stato di vita e di autonomia. Per me è stato un dono immenso conoscerlo, mi sento privilegiata”.
Nato il 24 aprile del 1930, era stato ordinato sacerdote in cattedrale a Vittorio Veneto nel 1953. Prima di approdare alla Casa San Pio X aveva prestato il suo servizio di giovane sacerdote come collaboratore in varie parrocchie della diocesi.
Dal 2006 il vescovo lo aveva nominato canonico onorario del Capitolo della Cattedrale. Si è spento nella mattinata di giovedì 23 gennaio all’ospedale civile di Vittorio Veneto, dove era ricoverato.
La liturgia esequiale, presieduta dal vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, si terrà sabato 25 gennaio alle 10 nella chiesa della Casa di riposo di Cordignano, dove venerdì 24 gennaio alle 20.30 verrà recitato il rosario.
(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
(Foto per gentile concessione di Suor Sara Sanchez).
#Qdpnews.it