Sono ore di lutto ancora incredulo, sentito e profondo nelle comunità di Cordignano, Orsago e Caneva, che piangono la tragica scomparsa di Daniele De Re, Xhuliano Kellici, Daniele Ortolan e Marco Da Re, morti nell’incidente avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Godega di Sant’Urbano.
Nelle scorse ore si sono susseguiti tanti messaggi di cordoglio e la comunità dell’Alta Marca, colpita al cuore da un dolore straziante, si è unita in un forte abbraccio ai congiunti e agli amici dei giovani rimasti uccisi nel sinistro di via Cordignano.
La mattina di ferragosto i compagni di vita del più giovane del gruppo, Daniele De Re, hanno fatto visita alla famiglia che risiede a Ponte della Muda di Cordignano. Classe 2004 e allievo dell’Istituto Kennedy di Pordenone, Daniele era stato un atleta apprezzato del ciclismo giovanile e aveva una grande passione per l’informatica (qui l’articolo). “È stato tanto difficile, è un momento di grande sofferenza per noi” afferma un caro amico di De Re.
Ieri anche Tommaso si è recato sul luogo esatto del tragico schianto dell’auto nella curva maledetta. Era amico e compagno di squadra di Daniele Ortolan, 19enne orsaghese, studente del Liceo Flaminio e alfiere della Nottoli Nuoto di Vittorio Veneto, società di cui era stato valido allievo agonista e attualmente istruttore e assistente bagnanti (qui l’articolo). Un gesto simbolico, il suo: “Sono venuto qui perché credo che l’amicizia rimanga, anche se uno dei due non c’è più. Era una persona stupenda – ricorda Tommaso – un punto di riferimento anche quando ci trovavamo in circostanze difficili”.
Gli fa eco un altro tesserato allo stesso sodalizio natatorio: “Ci siamo conosciuti da bambini, quando ancora gareggiavamo in squadre diverse – commenta – e nonostante fossimo concorrenti in piscina, abbiamo coltivato una bella amicizia che si è consolidata nel tempo. Lo ricordo come un ragazzo solare, sempre con il sorriso, dedicato al suo lavoro come istruttore dei più piccoli. Lo abbiamo sempre ammirato per il suo talento e il suo spirito scherzoso e amichevole verso tutti”.
È ancora commossa Laura Spinadin, che è stata allenatrice di Ortolan per otto anni: “Daniele era un ragazzo che lasciava il segno, stupiva ed emozionava. Si faceva voler bene per la sua simpatia, esuberanza e vivacità di spirito”.
“A dodici anni aveva abbandonato il nuoto per un periodo – ricorda – ma poi era tornato e lo abbiamo riaccolto a braccia aperte, Daniele aveva davvero talento. Mi era dispiaciuto molto quando all’inizio di quest’anno aveva deciso di lasciare l’agonismo, ma ora aveva trovato la sua dimensione: allenava con grande entusiasmo e trasporto emotivo i bambini della preagonistica, e trasmetteva una passione profonda proprio per la sua vicinanza come giovane ex atleta”.
Poi, il racconto si fa ancora più tragico: “Sua mamma gli aveva appena acquistato le ciabatte nuove – aggiunge Spinadin -. Lo avevo salutato sabato sera in piscina, terminato il suo turno da assistente bagnanti. La sua famiglia era partita in quei giorni per le vacanze al mare, e Daniele li avrebbe raggiunti domenica dopo la serata in compagnia degli amici. Aveva la valigia pronta”.
Si unisce al vasto cordoglio ed esprime vicinanza alle famiglie coinvolte anche don Celestino Mattiuz, parroco delle comunità di Godega Sant’Urbano. “Di fronte a queste tragedie sono più propenso a limitare le parole – afferma, molto addolorato, il parroco – e mi chiedo come posso essere vicino e aiutare a fare in modo che vicende del genere non accadano di nuovo. È importante che questi fatti ci interroghino profondamente e promuovano in ciascuno di noi una nuova cultura della vita, perché questa sia davvero apprezzata e accolta anche in quanto siamo responsabili dell’esistenza degli altri”.
“Sulla stessa strada tre anni fa erano morti due ventenni, l’altra notte altri quattro giovani hanno perso la vita – prosegue don Mattiuz -: ogni volta che la percorro penso a loro, nella speranza che di questi terribili fatti non rimanga solo la cronaca e che l’esperienza della sofferenza non sia inutile, ma parli invece all’intelligenza e al cuore di tutti noi”.
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