Strage di Godega, una grande folla e il silenzio segnano l’addio a Daniele De Re. Il parroco: “Facciamo risuonare il nostro grido di dolore”

La bara di legno chiaro, le rose bianche, la sciarpa del Team Bosco Orsago posata sopra al feretro, la bandiera dell’Istituto Kennedy di Pordenone. E una fila interminabile di persone che ha accompagnato nell’ultimo viaggio, fino al cimitero, la salma di Daniele De Re, il 18enne di Ponte della Muda tragicamente scomparso nella notte tra sabato 13 e domenica 14 agosto, nell’incidente stradale costato la vita a quattro giovani.

Un silenzio addolorato e mai interrotto è stato il motivo più sentito della cerimonia funebre del talentuoso ciclista ed esperto di informatica (qui l’articolo) che si è svolta nella mattina di oggi venerdì nella chiesa di Cordignano. Il tempio, pur capiente, era gremito già molto prima dell’inizio della cerimonia e non è riuscito a contenere la folla che si è assiepata molto numerosa nel piazzale antistante.

Un foltissimo gruppo di amici, tutti vestiti di nero, si è unito nei primi banchi fin dal rosario che ha preceduto la messa, come a vegliare e a custodire il perenne legame con Daniele. Prima di loro, i familiari, stretti in una compostezza esemplare e sorretti da grande dignità, pur nell’immenso dolore: mamma Federica, papà Ivan, il fratello Giulio, i nonni Agostino e Lucia, e Federico e Franca.

C’erano i compagni di scuola, i colleghi delle squadre ciclistiche del Team Bosco Orsago e del Team Spercenigo, arrivato con il furgone della società. Ci sono i rappresentanti delle istituzioni comunali, a partire dal sindaco con la fascia tricolore a lutto Roberto Campagna, assieme all’assessore Cinzia Soneghet.

“Il grido del popolo di Dio assomiglia al nostro di oggi: di fronte a questi avvenimenti, ci sentiamo piccoli, senza possibilità di scampo – ha detto il parroco don Claudio Carniel durante l’omelia -. Penso a voi genitori e familiari di Daniele, e soprattutto voi giovani, che sperimentate da vicino una realtà dolorosa. Facciamo risuonare il nostro grido alle orecchie di Dio, ne abbiamo diritto: egli conosce il nostro animo, la nostra sofferenza, il nostro smarrimento. Non vergogniamoci di esprimere a lui quello che abbiamo nel cuore”.

“Voi famiglia sua, voi che lo avete conosciuto e frequentato, – ha proseguito don Carniel – lo ricorderete con amore e con simpatia con tutti gli episodi che vi suggerirà la memoria. Sarà un regalo per le vostre coscienze”.

I volti di coloro che conoscevano Daniele sono solcati dalle lacrime, quel Daniele che un amico ha ricordato prima dell’inizio delle esequie: “Dani, non riesco ancora a crederci, vorrei tu potessi spiegare perché ti dobbiamo salutare così presto. In questi 11 anni sono riuscito a conoscerti nelle tue diverse sfumature, tutte legate da un cuore troppo grande per essere nascoste dalla tua felpa nera. Nella nostra amicizia i gesti sono venuti sempre prima delle parole, ma ora non posso che dirti che ti voglio bene. Ti ho sempre ammirato la mente geniale, le tue intuizioni e il tuo modo di affrontare le cose, un potenziale immenso. Buon viaggio”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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