A Cornuda un punto di riferimento per i risparmiatori delle ex popolari, attivato sportello di assistenza

A seguito del crac delle ex popolari l’amministrazione comunale si è attivata con uno sportello, dando un servizio di assistenza per gli ex soci delle banche pesantemente colpiti dall’azzeramento delle azioni possedute.

Il consigliere comunale Maurizio Lamonato, su incarico del primo cittadino, una volta definite le modalità di accesso al Fir, si è attivato per individuare e formare un gruppo di volontari allo scopo di fornire informazioni ed assistenza gratuita sui documenti da acquisire per la relativa pratica.

“Questo incarico – racconta Lamonato – mi ha dato modo di conoscere molte delle persone coinvolte nel crack delle due banche venete. È stato molto toccante dal punto di vista umano, basti pensare che l’età media delle persone che si rivolgono a noi è di circa di 67 anni e almeno 1 su 5 è ultraottantenne. Molti di loro hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita intera”.

Questo prezioso servizio, disponibile tre giorni alla settimana (tranne in questo periodo che è sospeso), viene erogato presso Villa Munari, a pochi passi dal semaforo centrale, ed è garantito dalla disponibilità di un gruppo di persone adeguatamente preparate, che operano da tempo nel settore finanziario e legale (avvocati, commercialisti, consulenti), e lavorano anche in sinergia con le associazioni che ormai da cinque anni sono attive sull’argomento, come il Comitato Don Torta e Noi che credevamo in Bpvi.

Una volta individuati ed ottenuti dalla banca i documenti necessari per la tipologia dei titoli posseduti, gli utenti possono procedere all’inserimento e, qualora non siano in grado di compilare autonomamente la domanda sul sito internet del Fir, si possono rivolgere, con una tariffa agevolata, ai professionisti indicati dalle associazioni, i quali si faranno carico delle incombenze amministrative relative all’inserimento della pratica, supporto quanto mai opportuno in virtù della complessità della procedura e delle molteplici verifiche incrociate da effettuare al fine di evitare errori o dichiarazioni non corrispondenti alla verità.

Il termine per inoltrare la domanda di indennizzo è previsto per il 18 aprile 2020, ma è ragionevole pensare che verrà prorogato almeno di un paio di mesi, soprattutto in seguito all’emergenza coronavirus.

Fino ad oggi oltre 1.000 risparmiatori si sono rivolti allo sportello, provenienti dal comprensorio montebellunese e del quartier del Piave, ma anche da territori limitrofi, come il feltrino, bassanese e la castellana. È facile intuire che molti risparmiatori devono ancora attivarsi per avviare la pratica, a seguito soprattutto dei ritardi nel reperire la documentazione necessaria dalla banca.

“Contiamo di riportare sul territorio una importante fetta di quel risparmio che a suo tempo è stato ingiustamente sottratto agli investitori veneti, nell’augurio che questo possa dare anche un po’ di sollievo all’economia locale, di certo bisognosa di risorse in questo momento critico” dichiara Lamonato. “Per i soli cittadini di Cornuda, ci aspettiamo un ritorno di circa 3/4 milioni di euro a titolo di indennizzo”.

(Fonte: Serena Corso © Qdpnews.it). 
(Foto: Comune di Cornuda).
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