Molto più di una bottega storica, che di questi tempi sarebbe già tanto. Molto più di un negozio che offre un servizio fondamentale per la comunità. Per questo la notizia dell’imminente chiusura del panificio-pasticceria “Natural Forno” di via Sant’Urbano, a Cornuda, ha creato profondo dispiacere nei clienti più affezionati, ma più in generale in tutti i residenti della zona est del paese.
Il 31 dicembre, infatti, Manuela Frasson, 59 anni (originaria di Castelfranco Veneto) e il marito Gaetano Zuanetti, 62enne di Fanzolo, abbasseranno per sempre la serranda della loro amata attività.
Una decisione dolorosa, dettata dall’età pensionabile che incombe ma soprattutto dal desiderio di gettarsi a tempo pieno in una nuova (e più tranquilla) avventura: la gestione dell’azienda agricola che i coniugi hanno a Monfumo, dove coltivano già oggi il bambù gigante e dove vogliono dedicarsi alla produzione di conserve e altri prodotti genuini.
“Ci mancherà il rapporto familiare con i clienti, il contatto quotidiano con loro – spiega Manuela, da sempre la ‘regina’ dietro al bancone -. Qui non abbiamo mai venduto solo pane e dolci, questo è stato un luogo in cui le persone venivano anche a confidarsi. Spesso mi è capitato di fare anche un po’ la psicologa”.
Una valenza sociale tipica delle piccole attività di paese, che purtroppo si sta perdendo. Le nuove generazioni, nello specifico le tre figlie Stefania, Sara e Angela, pur avendo sempre aiutato in panificio, hanno preso altre strade. E nessuno si è fatto avanti per rilevare il negozio e portare avanti il servizio.
E così, dopo 35 anni, il “Natural Forno” chiuderà i battenti. Una storia che viene da lontano, quella dello stabile che lo ospitava, persino bombardato durante la guerra. “All’epoca c’era un’osteria, che aveva un forno esterno dove noi abbiamo il nostro magazzino – racconta Gaetano -. Negli anni ’50, poi, tutto venne acquistato da una famiglia veneziana. Sono loro ad aver avviato il panificio e la pasticceria”.
Poi, nel 1989, è subentrata la famiglia Zuanetti, che ha portato avanti la gestione fino ad oggi. Con una peculiarità che ha fatto di Manuela e del marito due precursori. “Oggi è di moda, ma noi già negli anni ’80 avevamo iniziato a portare avanti il discorso del bio“.
Agevolati in questo dall’avere un laboratorio dietro il negozio, garanzia di qualità e ricerca. “Ormai è una rarità”, precisa Gaetano. Tanti i ricordi che si affollano di questi 35 anni di vendita e di “confessionale”, a partire dall’aver visto nascere la maggior parte degli attuali clienti, ormai diventati adulti. Uno in particolare commuove ancora la coppia: “Durante l’ultima alluvione, quando tutto il negozio si era allagato, le persone sono venute spontaneamente ad aiutarci, a tirare via l’acqua e a pulire – confida Manuela -. Una cosa che, umanamente, ci ha ripagato di tutti gli sforzi e i sacrifici fatti sin qui”.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
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