A Cornuda i presepi nelle nicchie naturali tra i sentieri: un’iniziativa che diventa tradizione

Un’inusuale tradizione ha preso piede nei boschi del Monte Sulder e nei pressi della Rocca di Cornuda: dei piccoli presepi, alloggiati nelle nicchie naturali tra i sentieri.

Sono molte le persone che si inoltrano lungo la fitta rete di sentieri nella parte ad est dei Colli Asolani, soprattutto nel comune di Cornuda, e nel percorso si imbattono in composizioni presepiali, incuriositi dall’origine di quei piccoli presepi a lato dei sentieri formati con dei sassi o piccole parti di roccia.

La nascita di questa “tradizione” culturale è attribuita alla signora Maria Maier, originaria di Chiesa località del Zoldano e del signor Antonio Noal di Cornuda, che in passato amavano trascorrere molto tempo nel percorrere i sentieri montani nel comprensorio del Civetta e in particolare lo Spiz Zuel poco a nord di Chiesa.

L’incontro con i numerosi crocifissi posti a lato dei sentieri fanno rivivere i ricordi dei racconti delle persone più anziane della valle. Dopo Caporetto il zoldano venne invaso dall’esercito austro ungarico ed alcune cose sacre per non essere usurpate o trafugate dal nemico, vennero nascoste in alcuni anfratti sui monti circostanti.

I signori Noal decisero allora di avvicinare il passato al presente costruendo, durante le loro escursioni, dei semplici presepi composti da soli tre sassi o pezzi di roccia: Maria, Giuseppe e il Bambino, ovviamente tutto in proporzione.

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Le “statue” raggiungevano anche la ragguardevole altezza di un metro e si potevano vedere, con il binocolo, a grande distanza.

Circa vent’anni fa hanno voluto trasferire questa loro passione nel territorio in cui vivevano e in cui erano soliti passeggiare, la parte est dei Colli Asolani, che abbraccia i comuni di Cornuda e Maser.

Aggiunsero ad alcuni presepi un quarto elemento, la culla del Bambino composta da un sasso che doveva essere incavato in maniera naturale. Disseminarono il territorio con moltissimi loro lavori e con cura sistemavano tutto al loro passaggio quando qualcosa era fuori posto a causa di eventi atmosferici o incursioni degli animali selvatici.

Da decenni prosegue questo loro lavoro, anche se Antonio nel frattempo è venuto a mancare. I posti più usati erano le nicchie naturali in roccia o la base di un albero e le loro dimensioni spaziavano da pochi centimetri fino ad una trentina.

Il materiale usato era composto da roccia o sassi naturali senza segni o colori. Mai hanno fatto pubblicità del loro operato, tutto era svolto nel massimo riserbo, solo pochi amici intimi conoscevano il loro segreto.

Da alcuni anni, nel sentiero numero uno, che dalla Rocca di Cornuda porta al Passaggio Nord Ovest, altre persone hanno cercato di imitarli aggiungendo il bue e l’asinello accanto alla sacra famiglia, rendendo il presepe più realistico e moderno, dipingendo anche con i colori le rocce, tanto da sembrare delle vere statuine.

Quella dei presepi è diventata quindi una vera e propria tradizione, da scoprire, proprio in questi tempi, all’aperto, percorrendo uno dei sentieri tracciati dei Colli Asolani.

(Fonte: Serena Corso © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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