Manca solo un anno all’inizio dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, e l’atmosfera nelle Dolomiti è già carica di emozione e aspettative. Questo pomeriggio in Piazza Roma, nella “perla delle Dolomiti”, si terrà una grande festa per celebrare il traguardo raggiunto, ma anche per dare la carica a tutti coloro che hanno lavorato per anni verso l’ultimo sprint, quello che porterà, il 6 febbraio 2026, alla cerimonia olimpica inaugurale dei Giochi Invernali di Milano Cortina.
Fondazione Cortina, cuore pulsante dell’organizzazione locale, è al lavoro per garantire che questo evento non sia solo una straordinaria competizione sportiva, ma anche un’eredità duratura per il territorio, soprattutto dal punto di vista umano. Cortina d’Ampezzo, già teatro di memorabili competizioni olimpiche nel 1956 e dei Mondiali di Sci 2021, si prepara a tornare sotto i riflettori globali.


Alle spalle una gigantografia di una immagine del Bob, tra i simboli delle prossime Olimpiadi, Stefano Longo, presidente di Fondazione Cortina, racconta quanto fatto fino ad ora e tutti gli (ultimi) sforzi di questo lungo, lunghissimo anno, che porterà all’accensione della fiaccola olimpica.
Presidente, manca un anno esatto all’inizio dei Giochi. Che Olimpiadi saranno, anche dopo il grande successo della Coppa del Mondo di quest’anno?
“Questa sarà la prima Olimpiade invernale diffusa. Noi veniamo da una storicità recente: Sochi 2014, Pyeongchang 2018, Pechino 2022. Le Olimpiadi invernali tornano in Europa nel 2026, a Cortina, 70 anni dopo quelle del 1956. Io, tra l’altro, sono nato proprio nel ’56”.
Perché è importante questo fatto delle olimpiadi diffuse?
“Finalmente si è compreso che un’olimpiade o una paralimpiade, così come devono essere organizzate oggi, non possono essere gestite da una singola località alpina europea. Per questo, l’idea di diffondere strategicamente il sistema olimpico e paralimpico su un arco alpino italiano – in particolare in Lombardia, Veneto, Trentino e Alto Adige – è stata una scelta vincente. Per la prima volta vedremo più di 400 chilometri di arco alpino coinvolti in un’Olimpiade. Questo, a mio parere, è un aspetto davvero straordinario. Certo, sarà faticoso dal punto di vista organizzativo, ma significa coinvolgere non solo una comunità ristretta, bensì tutto il Nord Italia, e mi auguro anche l’intera nazione. Questo è l’elemento di maggiore innovazione per i Giochi Olimpici e Paralimpici”.


Lei è anche vicepresidente della Federazione italiana Sport Invernali: che risultati si aspetta dai nostri atleti?
“Noi, insieme ai cugini della Federazione Ghiaccio, stiamo facendo di tutto per mettere a disposizione atleti preparati e in forma, perché questo è il compito di una federazione sportiva. Ci auguriamo di ottenere un medagliere importante, ricordando che le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo hanno tutte lo stesso valore, indipendentemente dalla disciplina in cui vengono vinte. Alla fine, il nostro obiettivo è conquistare un bel bottino di medaglie, sia olimpiche che paralimpiche, perché le Paralimpiadi, come abbiamo visto con Parigi, stanno crescendo enormemente in termini di attenzione e passione del pubblico. Speriamo quindi che i nostri atleti e le nostre atlete possano raccogliere i frutti del loro duro lavoro e sacrificio, portando a casa le medaglie che meritano.”
Quello che ci attende che anno sarà per Cortina, per il Bellunese e per tutto il veneto?
“Abbiamo appena concluso il nostro principale impegno sportivo del 2025, ovvero la Coppa del Mondo di sci alpino femminile. A seguire, avremo la Coppa del Mondo di snowboard cross e i Campionati Mondiali di curling della categoria juniores. Questi sono gli eventi sportivi che ci aspettano fino ai Giochi.
Da mesi, e in particolare dopo il grande impegno della Coppa del Mondo del 18 e 19 gennaio – che, col senno di poi, possiamo dire sia andata molto bene sia sotto l’aspetto organizzativo che dal punto di vista sportivo, con le vittorie di Goggia e Brignone – stiamo lavorando intensamente per finalizzare tutte le attività in vista di Milano-Cortina 2026. Questo è un anno cruciale per completare i preparativi.
Stiamo dando un contributo importante con le nostre persone a tutte le attività della Fondazione Milano-Cortina 2026, che è l’ente madre a cui il CIO ha affidato la gestione dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali. Noi siamo un External Delivery Entity (EDE), il che significa che supportiamo l’organizzazione delle Olimpiadi e Paralimpiadi, oltre a essere un grande comitato organizzatore per le gare di Coppa del Mondo nelle varie discipline.
Il nostro apporto principale è mettere a disposizione risorse umane qualificate. Questo non solo ci permette di sviluppare ulteriormente le professionalità del territorio, ma anche di coprire tutte le attività collaterali: dalla logistica alla gestione sanitaria, elementi fondamentali per la buona riuscita delle Olimpiadi e Paralimpiadi”.


Quale sarà l’eredità che Milano-Cortina 2026 lascerà al territorio?
“La vera eredità, a mio avviso, sarà fatta di persone. Vogliamo che i giovani che partecipano a questo grande evento possano poi trovare opportunità di lavoro grazie all’esperienza maturata, che potranno inserire nel loro curriculum.
La montagna si sta spopolando, e dobbiamo avere la consapevolezza di creare iniziative sportive e culturali che permettano ai ragazzi e alle ragazze di restare, di costruire il proprio futuro qui. Questa è la vera legacy che dobbiamo lasciare.
Ovviamente, ci saranno anche le infrastrutture sportive e civili, ma noi non siamo l’ente che si occupa della loro realizzazione. Questo compito spetta alla società di Stato Simico e ai privati che investono nei propri alberghi e strutture.
Il nostro contributo, invece, è quello di far crescere professionalità e competenze, e siamo molto orgogliosi di questo, perché sentiamo di avere un ruolo attivo e concreto nello sviluppo del territorio grazie a questo straordinario evento”.
(Autore: Simone Masetto)
(Foto e Video: Matteo de Noni)
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