Il tribunale di Treviso ha rigettato il ricorso di uno degli operatori no vax sospesi dalla casa di riposo Villa Belvedere di Crocetta del Montello.
La situazione si protrae da inizio primavera quando sei dipendenti sono stati invitati a non presentarsi al lavoro a cui è seguita poi la revoca dello stipendio: la motivazione di questa decisione è dovuta al rifiuto degli operatori di sottoporsi alla vaccinazione contro il covid.
Le sospensioni sono state poi confermate dall’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale previsto per il mondo sanitario.
Un argomento spinoso che ha messo in luce numerosi punti critici: la violazione della privacy da un lato e l’obbligo di prendersi cura della propria salute, di quella dei colleghi e degli anziani ricoverati, soggetti fragili da tutelare, dall’altro.
Per la cronaca, l’Rsa di Crocetta è stata duramente colpita dall’emergenza sanitaria: a fine 2020 i numeri dei contagiati erano molto alti, ben 47 operatori su 99 e 116 ospiti su 129, con il decesso di 19 anziani risultati poi positivi.
L’ordinanza, ben dettagliata, sottolinea come “la libertà del lavoratore di non sottoporsi a vaccinazione, peraltro garantita anche dopo l’entrata in vigore del d.l. n. 44/2021, non può certo esimere il datore di lavoro dall’obbligo di adottare tutte le misure per la tutela dell’integrità fisica del lavoratore in questione, degli altri dipendenti nonché, nel caso di specie, anche degli ospiti soggetti fragili. Anzi, l’eventuale mancata iniziativa datoriale finirebbe per determinare o per aggravare la sua responsabilità nei confronti dei soggetti che potrebbero essere involontariamente danneggiati dal lavoratore che non si è voluto vaccinare”.
Agli operatori della struttura non è bastato nemmeno appellarsi alla Costituzione perché: “questa prevede che l’iniziativa economica non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana e richiede, più in generale, l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà. I diritti e le libertà individuali vanno dunque bilanciati e dimensionati al fine di garantire un delicato equilibrio con l’interesse della collettività che è la necessaria sintesi degli interessi dei singoli in una prospettiva pluralista”.
Il presidente Marco Tappari ha così accolto la notizia: “La decisione del tribunale ha sottolineato come il nostro comportamento sia stato corretto. Nessuno festeggia: stiamo parlando di persone senza stipendio da mesi e questo è molto triste. Giunti a questo punto non posso che augurarmi i protagonisti di questa vicenda possano rivalutare la loro decisione e scegliere di vaccinarsi”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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