Crocetta, il comitato di tutela delle Grave del Piave chiede le dimissioni di Bottacin: “Invece di essere il nostro portavoce è il maggior oppositore”

Parole durissime quelle del Comitato a Tutela delle Grave del Piave: è di ieri la richiesta di dimissioni dell’Assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin.

Nelle settimane appena passate numerosi protagonisti hanno dichiarato le loro posizioni attraverso dei comunicati stampa e il Comitato, in prima linea dall’inizio di questo progetto, ha deciso di dire la propria, volendo fare chiarezza.

“Inesattezze e omissioni. L’assessore Bottacin evita accuratamente di menzionare la raccomandata del Ministero dell’Ambiente del 10 gennaio 2020 – spiega il presidente del Comitato, Franco Nicoletti – in cui si invitava la Regione Veneto a condurre ogni necessaria verifica volta al pieno rispetto della Direttiva Habitat. Nel marzo 2020 il Ministro dell’Ambiente ha spinto verso l’adozione dello strumento dei ‘Contratti di Fiume’, raccomandando di garantire la valorizzazione dei territori fluviali ed assicurare il massimo coinvolgimento di comuni, associazioni e comitati”.

Il Ministro Costa puntualizzava poi che la richiesta di finanziamento per la realizzazione delle casse a Ciano fosse una ‘proposta regionale’ in seguito a un Piano ‘predisposto dalla Regione del Veneto’, quindi non per volontà né del Ministero, né dell’Autorità di Bacino, che dipende dal Ministero stesso.

Nicoletti poi continua in maniera ferma: “La scelta di Ciano è stata stabilita con il piano delle azioni e degli Interventi a firma del commissario delegato Zaia, traendo la scelta dal Piano Stralcio Sicurezza Idraulica del 2009, ma invertendo l’accertata priorità dei siti con ‘vizio di motivazione’: quel documento aveva individuato come miglior soluzione il sito di Ponte di Piave”.

Bottacin negli scorsi giorni aveva dichiarato: “L’area delle Grave dopo la costruzione delle casse diverrà un’oasi aperta a tutti”, parole che secondo il Comitato “suonano imbarazzanti sapendo che si andrebbe incontro ad una incontestabile devastazione dell’area. Sentire un assessore all’ambiente esprimersi con tale noncuranza, sorvolando sul fatto che andrebbe irrimediabilmente distrutta un’area di elevatissimo pregio ambientale e di ricchissima biodiversità, protetta da Rete Natura 2000, suona davvero imbarazzante”.

E continuano: “La Regione non è mera ed innocente esecutrice come cerca di far credere. E se anche fosse, da una carica come quella di Bottacin ci aspetteremmo fosse egli stesso a chiedere al Governo di optare verso la migliore soluzione. Dovrebbe essere il nostro portavoce e miglior alleato nella difesa dell’ambiente e non il nostro maggior oppositore”.

Secondo il Comitato “La progettazione delle casse a Ciano, per le caratteristiche dell’opera e i requisiti da rispettare, non potrà mai superare l’esame di una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), a meno che non venga influenzata da forzature politiche. I tempi per un’eventuale costruzione saranno molto lunghi, a differenza di un intervento a Ponte di Piave e nel frattempo gli 80.000 cittadini nominati da Bottacin come vivranno? Non si dovrebbe garantire la sicurezza in un lasso di tempo più breve possibile? Chi si assumerà la responsabilità qualora si verificassero esondazioni con vittime nel prossimo decennio? Da ciò deduciamo che la decisione di realizzare le casse a Ciano non è motivata dalla volontà di mettere in sicurezza i cittadini e il territorio bensì da altri interessi, che poco hanno a che fare con il bene della comunità”.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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