L’Associazione “Sos Anfibi” ha ripreso alla grande la propria missione: dopo l’ok di Prefettura e vari enti, i volontari hanno cominciato l’installazione delle reti in strada Panoramica del Montello.
Si sta avvicinando infatti il periodo dell’annuale migrazione degli anfibi, che tra febbraio e marzo si sveglieranno dai siti di svernamento per recarsi in massa a deporre le uova nelle zone umide di riproduzione.
Fra i vertebrati gli anfibi sono la classe più minacciata dalle attività umane e dalle trasformazioni dell’ambiente. Inquinamento ed uso dei pesticidi, riduzione, frammentazione e scomparsa degli habitat, urbanizzazione, introduzione di specie aliene, sono alcune delle cause che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza degli anfibi: tra queste cause una delle più macroscopiche è la morte per schiacciamento che avviene nelle strade attraversate dagli animali proprio durante il periodo di migrazione riproduttiva.
Per preservare le loro vite la soluzione più efficace e definitiva è il posizionamento di barriere di protezione fisse e di tunnel sottostradali, in modo che gli anfibi, ma anche la piccola fauna, possano spostarsi senza intersecare la strada.
Nell’emergenza o nell’impossibilità immediata di ricorrere a tali infrastrutture stabili è necessario predisporre delle barriere mobili temporanee, che comportano la presenza costante di volontari per raccogliere gli animali bloccati e l’utilizzo di manodopera per posizionare e rimuovere periodicamente le barriere.
Le attività hanno luogo principalmente in strada Panoramica del Montello, da Crocetta fino a Volpago, al Bosco del Fagarè di Cornuda e nei pressi dell’Asolo Golf Club a Cavaso del Tomba.
“Lo scorso anno – spiegano i promotori – grazie all’attività dei volontari abbiamo portato in salvo quasi 35.000 anfibi e anche quest’anno chiediamo l’impegno e la partecipazione dei cittadini per affrontare al meglio questa missione e proteggere questi piccoli e preziosi animali. Nel frattempo chiediamo alle istituzioni di creare le doverose infrastrutture per salvaguardarli, con la realizzazione di barriere fisse e tunnel sottostradali, come già da anni avviene in molti stati dell’UE e in altre zone d’Italia”.
(Fonte: Ylenia Bigolin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it – Sos Anfibi).
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