Crocetta, l’amministrazione fa ricorso al tribunale delle acque pubbliche contro il progetto delle casse di espansione

L’Amministrazione Comunale di Crocetta del Montello ha deciso di adoperare l’artiglieria pesante: è di questi giorni la presentazione di un ricorso al Tribunale delle Acque Pubbliche contro la delibera n° 302 della Giunta Regionale del Veneto.

Alle parole dunque seguono i fatti: l’Amministrazione Tormena aveva promesso una battaglia a tutto campo contro il progetto delle casse di espansione nelle Grave di Ciano e così ha fatto. Lo scorso marzo, la Giunta Regionale con la delibera n. 302, ha dato il mandato agli uffici regionali di avviare la gara per la progettazione del bacino di laminazione a Ciano ‘fino alla cantierabilità’.

A questo atto, il Comune di Crocetta del Montello ha risposto presentando lo scorso 17 maggio 2021 il ricorso presso il Tribunale delle Acque Pubbliche contro la Regione del Veneto, il Ministero della Transizione Ecologica e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’obiettivo dell’azione giudiziaria è annullare la delibera regionale e bloccare il progetto delle casse di espansione che, se realizzato, distruggerebbe irreversibilmente l’ecosistema delle Grave di Ciano creando, secondo i Comuni rivieraschi, una serie di problematiche idrogeologiche non solo a Crocetta del Montello, ma anche ai territori limitrofi.

“La nostra richiesta è molto semplice – spiega il sindaco Marianella Tormena – chiediamo l’annullamento della delibera n° 302 e dei successivi atti ad essa legati. A nostro avviso è un atto necessario affinché venga garantito il rispetto delle indicazioni previste dal Pssi (Piano Stralcio Sicurezza Idraulica) che stabilisce prioritari gli interventi nel basso Piave al fine di garantire la sicurezza idraulica”.

Il ricorso verte principalmente intorno a questo aspetto, sottolineando anche la valenza naturalistica del sito delle Grave di Ciano e il danno che si arrecherebbe con le casse di espansione all’ecosistema e al contesto sociale del territorio.

Inoltre, si evidenzia come l’opera finanziata dal Ministero dell’Ambiente andrebbe in contrasto con l’art. 7 del Decreto Legge del 12/09/2014 dove al comma 2, in merito a questa tipologia di interventi, si dice che devono essere ‘in grado di garantire la riduzione del rischio idrogeologico e il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e la tutela degli ecosistemi e della biodiversità’.

L’udienza è prevista il prossimo 22 settembre alle ore 9:00 presso il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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