Il gruppo Alpini di Nogarè festeggia il trentesimo anniversario tra soddisfazione e tenacia

Festa grande lo scorso weekend a Nogarè di Crocetta del Montello: si è festeggiato il trentennale del gruppo Alpini locale. Correva l’anno 1983 quando una manciata di amici decisero di organizzarsi e formare il Gruppo che in paese mancava.

La ricerca condotta dagli abitanti della frazione che avevano fatto il militare nelle truppe alpine ha avuto un riscontro favorevole, incoraggiando ancor di più i promotori a proseguire nell’intento.

“Abbiamo superato molti ostacoli tra cui anche il campanilismo tra le comunità della zona – raccontano emozionati i fondatori – ma alla fine siamo riusciti ad iscrivere il Gruppo Alpini di Nogarè alla Sezione Alpini di Treviso. L’inaugurazione è avvenuta l’8 aprile del 1984 alla presenza dell’allora sindaco Sisinio Narduzzo, del Parroco Don Ernesto Spricigo e dei rappresentanti delle autorità sezionali e militari. A questo punto però sorse il problema di una sede, perché il gruppo alpini ne aveva bisogno per svolgere la propria l’attività: fino a quel momento infatti le riunioni venivano svolte o in case private o ci si incontrava nei bar di Nogarè”.

Una domenica la signora Luigina Bolzonello e il marito Mario facendo una gita in Friuli conobbero per caso il sindaco del comune di Buja e tra un discorso e l’altro parlando del terribile sisma che aveva colpito nel 1976 la zona sopra Udine, chiesero quale fosse la destinazione delle casette prefabbricate una volta completata la ricostruzione degli edifici crollati. Gli risposero che i prefabbricati costruiti per l’emergenza sarebbero stati messi a disposizione della Croce Rossa Italiana, della Protezione Civile e dell’Associazione Nazionale Alpini.

Da li l’idea di portarne uno a Nogarè, così da avere una sede fissa: Antonio Bolzonello e Franco Piva, saputa la notizia, partirono per Buja e tornarono con l’ok del Comune friulano. In poco tempo gli Alpini smontarono la casetta e la depositarono sotto i portici adiacenti a Villa Castagna.

“C’era però ancora un problema, dove posizionarla – continuano dal gruppo – e così ci venne in aiuto il Parroco Spricigo. Uomo dall’aspetto burbero ma dal cuore buono, che capendo quanto fosse utile una struttura del genere, ci offrì l’area dove poter montare il prefabbricato che d’ora in poi verrà chiamata Baita, alla fine del campo sportivo”.

Iniziarono così i lavori di costruzione della baita, con la partecipazione di molte persone che a titolo gratuito hanno voluto dare il proprio aiuto e nello stesso tempo sentirsi parte della comunità. A completamento della struttura si pose, accanto all’asta della bandiera, una “croda” proveniente dalla zona di Schievenin in onore ai caduti di tutte le guerre e ai soci che sono andati avanti.

Finalmente arrivò il 31 maggio del 1992, giorno dell’inaugurazione. Da quel momento in poi si iniziarono ad organizzare feste e pranzi il cui ricavato aiutò i più bisognosi, specialmente le nostre suore che operavano in Brasile e in Costa d’Avorio, fondi per la scuola materna “Gesù Bambino” e per le persone diversamente abili”.

“Tutt’ora la baita è un punto di aggregazione e coesione – concludono felici e soddisfatti i membri attuali del gruppo -, sono passati trent’anni e la baita è ancora al centro di tutte le nostre attività, anche se la pandemia Covid-19 ha investito, ma non bloccato, la vita del gruppo. Siamo alpini ed ottimisti per natura, e con lo spirito alpino che ci caratterizza siamo sicuri di tornare operosi e generosi più di prima. Viva gli alpini e viva l’Italia”.

(Foto: Alpini Nogarè).
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