Rifondazione Comunista si schiera contro il progetto casse di espansione: “È una maniera per soddisfare le lobby dei cavatori”

Sul progetto delle casse di espansione previste dalla Regione sulle Grave di Ciano del Montello prende una posizione netta anche la federazione di Treviso e Belluno del partito di Rifondazione Comunista

Parole durissime le loro, volte a puntualizzare le motivazioni che spingerebbero l’assessore Bottacin, fedelissimo di Zaia, a farsi promotore strenuo di un progetto estremamente impattante per l’ambiente e per la piccola comunità di Crocetta del Montello e dei comuni rivieraschi limitrofi.

La cassa di espansione sul Piave a Ciano è semplicemente una miniera d’oro per le lobby dei cavatori e dei costruttori – affermano da Rifondazione – chiediamoci perché Bottacin e la Regione Veneto vogliano fortissimamente la cassa di espansione proprio in quel luogo. A questa domanda la Regione si fa forte delle parole dell’ing. d’Alpaos, noto autore del piano di interventi post alluvione, il quale afferma oggi che le opere devono essere fatte più a nord, rispetto alla previsione iniziale dell’Autorità di bacino che nel 2009 indicava come prioritario il sito di Ponte di Piave, perché in questo modo si salvano più Comuni e più vite umane a valle. Se questo fosse il criterio logico per la realizzazione dell’intervento, la vasca potrebbe allora essere costruita in una località più a monte, esagerando, magari a Sappada, dove nasce la Piave, così tutti i Comuni a valle sarebbero messi in sicurezza”.

Altre e altri esperti spingono invece per una rinaturalizzazione dell’alveo del fiume, con interventi sicuramente meno impattanti e con probabili maggiori possibilità di successo nel contenimento del rischio.

“La verità è che le Grave di Ciano –continuano – oggi Parco Naturale protetto, erano un tempo un’importante zona estrattiva nella quale i cavatori, oggi bloccati nelle concessioni, prelevavano grandi quantità di sabbia e inerti da destinare al settore delle costruzioni. Settore che in questi ultimi anni con la sua attività ha fortemente contribuito al primato nazionale Veneto relativamente al consumo del suolo. Con il recente sblocco delle grandi opere e la previsione dell’arrivo dei finanziamenti del Recovery Plan, per il settore delle costruzioni si prospetta un prossimo futuro pieno di attività che per essere avviate e concluse avranno però la necessità di avere a disposizione grandi quantità di materie prime, tra le quali fondamentali per la produzione del calcestruzzo, i materiali inerti quali sabbia e ghiaia”.

Durissimo l’affondo conclusivo: “Lo scenario all’interno del quale si inserisce l’attività frenetica dell’assessore Bottacin per accelerare le tempistiche per la realizzazione di questo progetto è molto chiaro: finanziamento statale, togliere vincoli naturali e paesaggistici, continuare a cementificare accontentando le lobby”.

La realizzazione dell’intervento a Ciano prevede l’estrazione di circa 21 milioni di metri cubi di materiale inerte di ottima qualità che oggi ha un valore di mercato, così come è, di circa 170 milioni di euro, ma che con una semplice lavorazione di selezione e lavaggio può salire ad oltre 350 milioni: “Soldi pubblici, grassi affari per i privati”.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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