Deve quasi essere sembrato un piccolo segno dal cielo quella leggera pioggia che è scesa pochi minuti prima dell’inizio del funerale di Jasmine Gumirato, celebrato oggi martedì 27 marzo.
La giovane di Col San Martino, 20 anni appena, si è spenta lo scorso giovedì, meno di ventiquattr’ore dopo il malore che l’ha colpita in maniera improvvisa, lasciando tutti nello sconforto.
In moltissimi oggi hanno voluto dirle addio: gli amici di scuola e del paese, i conoscenti, il nutrito gruppo di bikers che l’ha accompagnata nel suo ingresso alla chiesa, in un corteo quasi protettivo di moto Harley Davidson. C’erano tutti, in un abbraccio collettivo e commosso al papà Giorgio, alla mamma Rossella e al fratello Kevin, al fidanzato Riccardo e a tutti i parenti.
“La morte ci spiazza sempre, perché noi siamo fatti per la vita – ha esordito don Carlo Maccari, parroco di Col San Martino al funerale – Fatichiamo tutta la vita per un’esistenza migliore, più bella, un’esistenza vissuta nell’intensità ed è normale che la morte ci metta sempre a tremendo disagio”.
Una morte incomprensibile, che ha strappato Jasmine alla sua vita e ai suoi cari, proprio negli anni che dovrebbero essere un inno alla gioia e alla speranza, anni ricchi di aspettative verso il futuro.
Ed è stato fatto per donare la vita e la speranza, l’ultimo gesto di Jasmine e della sua famiglia, un vero e proprio regalo più volte sottolineato dal parroco durante il funerale: la scelta di donare gli organi della giovane nella speranza di poter continuare a fare del bene agli altri, proprio come Jasmine ha fatto nei suoi vent’anni di vita.
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(Fonte: Giada Fornasier © Qdpnews.it).
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