Per tutti il 13 giugno è il giorno di Sant’Antonio da Padova, il santo per antonomasia in Veneto. Nativo di Lisbona, fece della città patavina la residenza degli ultimi anni della sua vita.
A Sant’Antonio sono stati attribuiti molti miracoli, in vita e anche dopo la sua morte, tanto da farne uno dei santi più venerati al mondo. Sant’Antonio è famoso anche come “il santo che aiuta a trovare le cose smarrite”, ed è ancora tradizione nelle nostre vallate rivolgersi a lui in tal senso con la preghiera del “si quaeris miracula” più comunemente conosciuto come “Il sequeri”.
E’ difficile trovare un paese del Veneto che non abbia una chiesa o almeno un’edicola dedicata al culto di questo santo e in questo Soligo non fa eccezione. Nella parte nord del paese, dove via Croda si divide per portare al borghetto santuario di Collagù, in un capitello centenario è custodita ed esposta una statua di Sant’Antonio (nelle foto), da sempre luogo di venerazione assieme alla madonnina che si trova poco più avanti.
La gente sale fin lassù per invocare e, a grazia ricevuta, per esprimere gratitudine al santo per la nascita dei figli. Colpiscono i tanti fiocchi rosa e azzurri che come fiori abbelliscono i cancelletti del capitello e della grotta della Madonnina, testimonianza di una fede genuina e radicata.
Il capitello è oggi perfettamente restaurato grazie al premuroso lavoro degli abitanti del luogo che gratuitamente lo hanno consolidato, ripulito e ritinteggiato. Con il contributo e la collaborazione del Comune di Farra si Soligo, sono state portate energia elettrica e acqua. Quest’ultima sgorga da una fontana scolpita a mano, ricevuta in dono e posizionata in loco.
Così tutte le persone che frequentano i sentieri del Collagù e le colline del Solighese, possono dissetarsi e godere nel contempo di un paesaggio unico, dove la viticoltura eroica dei contadini ha ricamato le colline, rendendole ancor più un gioiello.
Ieri sera, come da tradizione, i fedeli si sono recati al capitello che custodisce la statua di Sant’Antonio per la tradizionale funzione liturgica di ogni 13 giugno, celebrata dal parroco don Brunone De Toffol (nella gallery sotto).
La statua, alta circa 90 centimetri, è molto bella e segue la tradizionale iconografia del santo. Purtroppo il passare del tempo e le intemperie la hanno danneggiata, con degli evidenti scrostamenti nelle ritinteggiature fatte in passato e alcuni danni alla struttura, oltre alla mancanza delle dita della manina del bimbo che il santo tiene in braccio.
Per fortuna le moderne tecnologie permettono di procedere ad un restauro professionale, che sarà condotto dagli esperti della scuola di restauro “Engim” che tiene corsi superiori sulle tecniche di restauro a Padova. L’istituto si è offerto di provvedere gratuitamente al restauro che ricondurrà il complesso scultoreo alle sue origini, riportandone alla luce le primitive e sorprendenti qualità cromatiche ed ornamentali.
La prima analisi microscopica effettuata (nelle foto) ha evidenziato da una a due ridipinture, a seconda della posizione, che hanno modificato la cromia originale dai colori molto più tenui che, al contrario delle successive, risultava eseguita con una tempera magra o un olio molto “smagrito”.
Si provvederà quindi alla pulizia della statua, alla rimozione delle ridipinture, al consolidamento strutturale del gesso e della cromia originale, alla reintegrazione delle dita del bambino, al recupero ove necessario dei colori originali ed infine alla eventuale stesura di un protettivo in funzione della collocazione della statua all’aperto.
Il tutto sarà accompagnato da una pubblicazione sugli studi fatti e sulle attività svolte. Le professoresse Patrizia Peruzzo, Alessandra Stella, Umberta Trevelin ed Elena Zironda, ciascuna specializzata in particolari aree dell’attività di restauro, guideranno il dottor Flavio Scapin nei rilievi, nelle analisi di approfondimento, nel restauro conservativo e nell’integrazione pittorica.
Un viaggio attende ora la statua di Sant’Antonio, in direzione Padova, città molto cara al santo. Ci vorranno almeno un paio di mesi prima che possa ritornare nel capitello di via Croda, ma quando lo farà, sarà nelle stesse condizioni in cui si trovava molti anni fa, quando mani pietose e devote la posero in quel capitello.
Sarà un momento importante e carico di significati non solo per gli abitanti del luogo, ma anche per i viandanti che, passando di fronte al santo, si sentiranno protetti nel loro viaggio.
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(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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