La procura ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di calunnia per Mateusz Zbigniew Chudoba perché avrebbe accusato il suo avvocato di averlo costretto a confessare di aver commesso una rapina ai danni della zia.
Il 27enne polacco è già finito a processo per quel colpo, perché insieme al fratellastro Marek Jan Switacz e al complice Jacek Wyluper, avrebbe aggredito la zia Dorota Turek, la notte tra il 28 febbraio e il 1 marzo 2018 nella sua casa di Col San Martino a Farra di Soligo.
Una rapina brutale quella subita dalla donna che, sola in casa, era stata aggredita a colpi di taser e derubata dai tre che erano stati identificati pochi mesi dopo dai carabinieri del nucleo investigativo di Treviso.
I due fratelli avevano subito confessato ma Chudoba, poco dopo, aveva ritrattato tutto: “Quella notte non ero a Farra di Soligo. Ero fuori regione e ho testimoni che possono confermarlo. Sono stato indotto a confessare dal mio avvocato perché quella notte sono stati uccisi i coniugi Nicolasi a Rolle, e c’era un clima molto teso.
Mi disse: se non confessi ti coinvolgeranno in quel delitto”. I due gravi fatti di cronaca, si erano verificati a poche ore di distanza e, inizialmente, gli inquirenti avevano ipotizzato potessero essere collegati. Le indagini avrebbero poi escluso qualsiasi legame.
E per quelle parole, il pubblico ministero Davide Romanelli ha aperto un altro fascicolo a carico del 27enne, difeso dall’avvocato Alessandra Nava, e ne ha ora chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare si terrà il 4 marzo in tribunale a Treviso.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
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