Ieri, mercoledì 20 marzo 2019, a quasi due mesi dall’udienza al Tar (Tribunale amministrativo regionale) del Veneto (qui per leggere l’articolo) la temuta spada di Damocle delle aree Pip di Col San Martino e Soligo si è abbattuta su Farra di Soligo. Cinque sentenze che hanno condannato il Comune a versare agli espropriati 9 milioni di euro entro i prossimi 90 giorni.
Se ciò non avverrà, la Prefettura di Treviso nominerà un commissario ad acta, il quale si occuperà esclusivamente di attuare la decisione del Tar e, quindi, non sostituirà il sindaco e non avrà alcuna funzione amministrativa.
Nei prossimi giorni il Comune di Farra di Soligo deciderà se fare ricorso al Consiglio di Stato o se pagare il dovuto agli espropriati. Non potrà però dormire sonni tranquilli, visto che il Tribunale di Treviso deve ancora pronunciarsi in merito al secondo pignoramento dei conti comunali, emesso nel dicembre scorso e discusso nell’udienza del 28 gennaio 2019.
L’avvocato Antonio D’Alesio, a nome del Comune di Farra di Soligo, ha spiegato: “L’esito delle sentenze di ieri era piuttosto scontato e ce l’attendevamo. C’è però da dire che, nonostante siano state accolte le istanze principali dei ricorrenti, i giudici non hanno accettato la fissazione di una penale e l’annullamento degli atti, cosa che avrebbe aggravato la nostra situazione”.
“Il Comune è inadempiente e deve pagare – conclude il legale dell’ente farrese – Le valutazioni sul ricorso al Consiglio di Stato non sono ancora state prese dall’amministrazione, se si deciderà di pagare, lo faremo con l’obiettivo di rispettare i termini. Confidiamo, quindi, di proseguire gli accordi già avviati con gli espropriati”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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