Farra di Soligo, prima udienza per il nipote di Dorota Turek: nel 2018 aveva usato un apparecchio storditore per estorcerle del denaro

Prima udienza nel processo a Mateusz Zbigniew Chudoba, il 28enne polacco accusato di aver rapinato, insieme a due complici, la zia Dorota Turek la notte del 28 febbraio 2018 nella sua casa di Col San Martino.

Le aveva scaricato addosso le scariche elettriche di una stun gun per convincerla a consegnare il denaro. Il giovane, che dal novembre scorso è in carcere per aver violato l’obbligo di dimora, è accusato di rapina aggravata in concorso.

Con lui quella notte, secondo l’accusa, c’era anche il fratellastro Marek Jan Switacz che difeso dagli avvocati Marco Portantiolo e Alessia Cavallin ha scelto di patteggiare (l’udienza è fissata per la prossima settimana).

Con loro anche il 43enne Jacek Wyluper, 43enne connazionale dei fratellastri considerato la mente della rapina, condannato, con rito abbreviato a una pena di 6 anni di carcere.

L’unico a scegliere la via del dibattimento è stato Chudoba che, difeso dall’avvocato Alessandra Nava, dopo un’iniziale confessione ha respinto le accuse: “Sono stato indotto a confessare. Le mie dichiarazioni non erano spontanee”.

Per questo la difesa ha chiesto l’audizione di un teste considerato chiave, un collega di lavoro, con il quale il 27enne afferma di essere stato il giorno della rapina, lontano da Farra di Soligo.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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