Prima un omaggio alle colline del Prosecco, ora un impegno concreto a favore del territorio. Dopo la scelta della chiesetta di San Lorenzo (nelle foto) per alcune scene del film “Finchè c’è Prosecco c’è speranza”, il regista Antonio Padovan, lo scenografo Massimo Pauletto, ed altri collaboratori della pellicola verranno coinvolti nel restauro del muro perimetrale dell’edificio. Un impegno sulla carta, partecipando in parte alla stesura del progetto, ma anche nella promozione dell’opera.
“La chiesa di San Lorenzo è uno dei simboli del nostro territorio – spiega l’architetto Marco Merello, a cui la parrocchia ha affidato il recupero – Pauletto è architetto e così elaboreremo assieme il progetto, in particolare per quanto riguarda la sistemazione degli esterni. Insieme individueremo gli interventi capaci di valorizzare la chiesa e di raccontarne la sua storia, fino ad arrivare alla messa in sicurezza”. Un progetto a cui prenderà parte anche lo stesso Padovan, che pur non essendo architetto conosce bene l’edificio. E non è tutto. “La produzione, inoltre, ha dato la propria disponibilità per elaborare alcune iniziative ed eventi per sensibilizzare sull’importanza storica dell’edificio, ma le modalità sono ancora tutte da definire”, fa sapere Merello.
La chiesa di San Lorenzo e le tre torri sono quello che resta del complesso del castello di Credazzo (“creda” è il nome locale dell’argilla), feudo dei Collalto a partire dal quinto secolo, sicuramente riedificato sulle rovine di strutture ben più antiche, forse anche romane. La chiesetta, in origine cappella del castello, nei vecchi documenti è nominata anche antica parrocchiale o comparrocchiale. Il primo documento risale al 10 agosto 1210, quando “sotto il porticato della chiesa di San Lorenzo” viene stipulato un atto notarile.
Nel Cinquecento l’edificio religioso viene rimaneggiato, come testimonia l’iscrizione sulla pietra del portale d’ingresso “1573 adì 23 aprile M. Zuane da Cividal fece”. Se non fosse per gli ulteriori ritocchi al campanile duecentesco, rimodernato nel tardo Ottocento, e per qualche restauro successivo – che ha portato la chiesa all’impianto attuale di interpretazione classica -, tutto è rimasto nel suo aspetto originale.
La struttura, però, mostra i segni del passare del tempo. “Serve un consolidamento delle mura, che man mano si stanno sgretolando – osserva don Brunone De Toffol, parroco di Farra di Soligo – Inoltre c’è la necessità di recuperare eventuali affreschi, come avvenuto nella chiesa dei Broli: bisogna letteralmente raschiare le pareti per vedere se nascondono qualche opera interessante perché ora come ora l’edificio è abbastanza spoglio”.
Negli ultimi tempi la chiesa è stata interessata da piccoli interventi di restauro, in maniera particolare per renderla impermeabile alla pioggia e consentire la celebrazione della messa una volta al mese. Ma non basta. “Nel giro di una ventina d’anni anni la chiesa potrebbe collassare: le stesse piante che l’hanno portata all’erosione ora la stanno sostenendo, ma se un giorno dovessero mancare non so cosa potrebbe succedere”, fa sapere il parroco.
Un intervento che allo stesso tempo necessità di finanziamenti. La speranza è che il coinvolgimento della produzione del film possa essere d’aiuto, così come un eventuale riconoscimento delle colline del Conegliano Valdobbiadene a patrimonio Unesco. “Spesso la chiesetta di San Lorenzo appare nelle immagini di promozione del Prosecco, ma non viene mai citata: la gente non sa neanche dove sia – chiude don Brunone – Sarebbe bello, invece, che vi fosse un ritorno anche per il territorio, così che questo bene diventi realmente a disposizione di tutti”.
(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it e Kplusfilm).
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