Visita a sorpresa o quasi del direttore dell’Alpino, don Bruno Fasani (nella foto), alla comunità di Soligo. L’occasione di ieri, giovedì 7 marzo, è stata un saluto all’amico parroco di Soligo don Brunone De Toffol, trasformata da quest’ultimo in un regalo ai suoi concittadini-parrocchiani sotto forma di conferenza sul tema “Famiglia tra sfide ed opportunità”.
Amabile ed accattivante come sempre, monsignor Bruno Fasani, universalmente conosciuto come don Bruno, ha confermato la sua carismatica capacità di calamitare l’interesse della platea, grazie alla sua arguzia unita alla sua altrettanto proverbiale schiettezza.
Don Bruno ha fornito tanti spunti a 360 gradi, a cominciare dalla crisi culturale della famiglia abbinata alla difficoltà dei giovani ad impegnarsi in tal senso. Don Bruno ha parlato del variegato mondo della famiglia, frammentata in mille rivoli. Così ci troviamo di fronte alla famiglia monoparentale, a quella eterosessuale, passando per quella omosessuale fino alla famiglia separata e al single che sceglie di avere dei figli: un pluralismo culturale che disorienta. Per i giovani è difficile fare una scelta, così spesso si rifugiano nella sessualità, surrogato dell’affettività.
Altro argomento la fede. La religiosità in molti casi ha sostituito la vera fede, con tanti praticanti non credenti. Il discorso si è poi spostato sugli alpini che la famiglia, nel passaggio della loro celebre preghiera “proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani”, la citano eccome. Ma era un’altra epoca e la famiglia allora era quella tradizionale cristiana. Inoltre gli alpini di allora andavano a combattere al fronte e questo li portava ad affidare spose e figli alla protezione divina.
Infine da buon direttore dell’alpino, don Bruno Fasani ha mandato un saluto alle penne nere, invitandole Milano per l’adunata nazionale. Si proprio Milano dove cent’ anni fa, nella galleria Vittorio Emanuele, nasceva l’Ana, la più grande associazione d’arma al mondo.
Per don Bruno sarà un “pellegrinaggio alle radici” degli alpini, un omaggio a chi un secolo fa fondò l’Ana, abbinato all’orgoglio che ogni alpino deve provare per il solo motivo di farne parte.
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(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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