Il doodle pubblicato giovedì 28 ottobre da Google nella sua barra di ricerca, al posto del tradizionale logo dell’azienda, celebra Kanō Jigorō. Riconosciuto come il “padre” del judo, è nato 161 anni fa in Giappone e nel 1882 ha aperto la sua prima palestra di arti marziali e proprio l’immagine di Jigorō è illustrata nella palestra del ValmarenoJudoKai di Follina dove uno dei suoi atleti, Michele Baiocco, ha abbattuto ogni barriera diventando cintura nera di I Dan.
Il judoka, originario di Farra di Soligo, ha partecipato a Grisignano di Zocco all’esame regionale Fijlkam e ha superato brillantemente tutte le prove, supportato dall’inseparabile maestro Stefano Stefani.
Lo spirito di sacrificio di Michele, affetto dalla sindrome di Down, che lo ha portato ad ottenere la cintura, dopo un lungo percorso iniziato nel 2013, è stato encomiabile e ha sottolineato come il ragazzo abbia messo grande impegno, determinazione, costanza e tenacia confrontandosi senza alcun trattamento di favore.
“Un risultato, questo, importantissimo per tutto il mondo del ValmarenoJudoKai – afferma il maestro Stefani, che ha seguito passo dopo passo il cammino nella disciplina di Michele – Una vittoria che ha dimostrato quanto il judo possa essere uno sport ottimale per tutti e per tutte le età“.
La cintura nera ottenuta da Michele è stata possibile anche grazie al lavoro di Francesca Andreolla, preparatrice atletica che lo ha preparato nell’ultimo mese dedicandosi specificatamente al ragazzo per perfezionare le abilità e a Tommaso Stefani (che da due anni segue gli atleti agonisti – anch’egli come Francesca è insegnante tecnico) che lo ha seguito dal punto di vista dell’allenamento al combattimento.
Grande orgoglio anche da parte di Emma Villanova, madre di Michele nonché presidente dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) della Marca Trevigiana: “Alla ValmarenoJudoKai Michele ha trovato persone che lo hanno accolto e coinvolto in modo concreto e attivo: le esperienze di vita che ha avuto l’opportunità di fare sono state fondamentali per la sua maturazione sia personale che sociale“.
“Il suo maestro Stefano ha sempre creduto in lui – afferma Emma – Coinvolgendolo in tutte le attività extra-palestra, spronandolo a dare sempre il massimo, spesso pretendendo uno sforzo in più. Sono convinta che proprio quello “sforzo” in più abbia fatto la differenza. Da mamma ritengo doveroso ringraziare pubblicamente il maestro Stefano e quanti con lui collaborano perché in qualche modo hanno supplito a quanto la vita ci ha tolto e hanno aiutato Michele ad essere consapevole di sé e delle proprie potenzialità. Il traguardo della cintura nera non è solo di Michele ma di tutta la palestra. Vorrei che tutti i ragazzi con la sindrome di Down e qualsiasi altro tipo di difficoltà potessero incontrare un “maestro Stefano” che creda in loro”.
Caratteristica principale del Judo è infatti quella di non mollare mai: si cade e ci si rialza e si continua a combattere. Così come ha fatto Michele Baiocco, così come ha fatto Kanō Jigorō.
(Foto: per gentile concessione di Stefano Stefani).
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