“La vendema sull’ert”, la sfida della raccolta nelle impervie “Rive eroiche” delle colline del Conegliano Valdobbiadene

Sono ore di fermento. In questi giorni è in corso la vendemmia del Prosecco superiore Docg tra le colline del Conegliano Valdobbiadene, un paesaggio eletto a patrimonio Unesco, ma tra i filari, tessuti come ricami dai viticoltori nel corso del passato, c’è chi ha portato la coltivazione di questi vitigni ad un livello più in alto, sull’“ert”, ovvero su terreni estremamente scoscesi.

Qui l’arte della vendemmia e della lavorazione prettamente manuale resta l’unica soluzione: è su queste “Rive eroiche” che nasce lo storico prosecco superiore di Conegliano e Valdobbiadene.

Esigenze nel corso della storia hanno fatto si che si scegliessero proprio le colline per la coltivazione della vite. “Un tempo, il paesaggio era prettamente agricolo, non c’erano fabbriche e industrie – spiega Stefano Guizzo, titolare della cantina Le Rive de Nadal – le zone pianeggianti venivano coltivate e permettevano la fienagione, l’unico spazio disponibile per la coltivazione della vite restavano appunto le colline”.

“Su questi pendii, inizialmente tutto veniva fatto a mano, dalla fertilizzazione allo sfalcio dell’erba, una fatica inimmaginabile. Mio nonno portava, attraverso un sentiero, il letame in spalla, nella “gerla” fino all’apice della riva – continua Guizzo – lascio a voi immaginare lo sforzo necessario. La vendemmia veniva fatta allo stesso modo, l’uva veniva portata giù a mano e in spalla. Da circa 5 anni abbiamo deciso di costruire un sistema che riesce a semplificarci un po’ la vendemmia”.

Grazie ad un particolare sistema, a monorotaia, ideato dalla famiglia Guizzo, composto da una slitta e binari, controllati da un motore elettrico, viene permesso infatti il trasporto delle cassette d’uva dalla cima della ripida collina fino a valle. A termine del binario un operatore è incaricato del trasferimento dell’uva nel rimorchio e di rispedire le cassette al mittente, per una nuova operazione.

Il binario a slitta ha una lunghezza di 72 metri e si inerpica sulla collina denominata “Costaliera” a Farra di Soligo; lunghe sezioni di tubolari di metallo sono stati allineati e fissati al terreno per creare una sorta di ferrovia dove passa un carrello azionato dal motore di una gru.

“La Riva del Fal è un pezzo di storia della nostra famiglia – afferma Guizzo – Questo vigneto di 5 mila mq, circondato da boschi, venne creato da nostro bisnonno agli inizi del ‘900, è caratterizzato da una pendenza estrema del 70%, negli anni abbiamo provato in tutti i modi ad alleviare la fatica per portare a valle l’uva, passando dal trasporto in spalla con le gerle, alle cassette a mano, finché lo zio Diego, carpentiere, ebbe l’intuizione di costruire questa monorotaia”.

Una vendemmia propriamente eroica, perché su queste pendenze l’equilibrio è precario: per passare tra un filare e l’altro, ci si arrampica letteralmente sul pendio, a volte le gambe non bastano e ci si appiglia anche con le mani.

Opere di ingegno di questo genere sono rare ma non uniche nella zona delle colline del prosecco Unesco: poco distante, in alcune “rive” del valdobbiadenese viene impiegato un sistema similare, che sfrutta l’ausilio di carrucole e cavi d’acciaio per trasportare a valle i secchi colmi d’uva.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata – Consorzio Prosecco Conegliano Valdobbiadene).
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