Taglio di capelli e styling della barba, questi i compiti di un mestiere che, ad oggi, sembra non appassionare più i giovani. Le barberie o saloni per uomo, nel nostro territorio, non stanno più crescendo perché si trovano di fronte ad una scarsa domanda e richiesta da parte dei ragazzi.
Un mestiere antichissimo quello del barbiere, a partire dall’età Paleolitica in cui il taglio dei capelli simboleggiava la rimozione del male e il rinnovo delle energie. In Egitto con Maryma’at, il barbiere, una persona illustre responsabile della rasatura dei sacerdoti del tempio di Amon, a cui è stata persino dedicata una statuetta. Nell’antica Roma il taglio della prima barba, offerta poi agli dei, era un vero e proprio rito di passaggio dall’adolescenza alla giovinezza.


Una professione, quella del barbiere, piena di storia che però starebbe iniziando a sparire nel nostro territorio. A fronte dei saloni di parrucchieri (donna-uomo) che, secondo lo studio effettuato dall’Ufficio Studi Confartigianato Imprese Veneto risalente al 31 dicembre 2021, sono 8.094 e, in particolare modo a Treviso sono 1.433, le barberie ricoprirebbero una percentuale misera.
Alessandro Sponziello, proprietario di “Water Wash” a Farra di Soligo (lavanderia industriale di lavaggio e noleggio asciugamani, kimono e mantelline per parrucchieri e centri estetici), confrontando i clienti che al momento possiede, ha confermato la poca affluenza di barbieri nel nostro territorio: “In totale, in questo momento, abbiamo 182 clienti, comprendendo le province di Treviso, Pordenone, Udine, Vicenza, Venezia e Padova. Su 182 saloni, 160 sono parrucchieri e barbieri e, di quest’ultimi, solamente una decina sono barbieri, un rapporto veramente basso. Noto che molti parrucchieri stanno prendendo il reparto barberia, circa in 7 mi hanno riferito questo, facendo diminuire il lavoro ai saloni unicamente maschili“.


I barbieri sono veramente “a rischio estinzione”? Questa forma d’arte diventerà solo un ricordo tramandato dai nonni? Perché ad oggi c’è questa diminuzione di saloni per uomo lo spiegano due professionisti del settore: Aldo Bianchi (parrucchiere, ex proprietario dell’accademia serale “Original Style Parrucchieri” di Vittorio Veneto e presidente dell’associazione Zheneda) e Roberto Falcomer (barbiere e proprietario della Barber Company di Pordenone e San Vito del Tagliamento).
“Il salone solo per uomo è in una fase decadenziale completa – afferma Bianchi – ormai è selezionato come quantitativo perché le sostituzioni non ci sono. Una volta, fare il parrucchiere era quasi un vanto, un’arte ma, ad oggi, i giovani non si appassionano più a questo mestiere. I saloni si trovano così senza personale, con un’età media di oltre i 55 anni, alcuni hanno perfino 60-70 anni e devono tenere un giro di clientela ristretto“.
“Esistono inoltre – continua – poche scuole private e con un costo elevato. Il barbiere è un lavoro di precisione basata sul taglio perfetto, esecutivo, all’ultimo pelo che deve essere insegnato da persone competenti. Quando andavo all’Anam (Accademia nazionale acconciatore misti) era strettamente maschile e c’erano stimoli costanti. La gente era interessata, si qualificava continuamente e i genitori erano felici, era un vanto fare il parrucchiere, ora è tutto scomparso”.
“Questa mancanza viene sostituita – conclude – perché i saloni dei parrucchieri stanno incorporando anche la parte della barberia ma non è la stessa cosa, non c’è la stessa arte che puoi trovare da un barbiere specializzato”.


“Sono un barbiere da 36 anni – afferma Falcomer – Una passione nata all’età di 14 anni quando, non avendo più voglia di studiare, dovevo imparare un mestiere. Sono entrato in un salone e mi sono innamorato subito dell’ambiente, del profumo del dopobarba che mi ricordava mio nonno e da lì è nato tutto”.
“Avevo aperto un ulteriore salone a Conegliano ma, per mancanza di personale, ho dovuto chiuderlo. Non ci sono più giovani che vogliono intraprendere questa carriera e scarseggiano le scuole specifiche che insegnano la professione di barbiere. Di scuole per parrucchiere ce ne sono varie, anche nel nostro territorio, ma è un lavoro completamente diverso da quello del barbiere”.
“L’appello che voglio lanciare è che questo lavoro è bello, ha tanti lati positivi: sei a contatto con le persone, hai relazioni continue, lavori in un ambiente pulito e sano, c’è la possibilità di crescere e fare carriera mettendo in mostra le tue doti. Devi crederci, volerlo e avere la passione per questo lavoro”.
(Foto: Pexels e Freepik).
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