“La cosa che desta inquietudine è la fungibilità, cioè la sostituibilità, della vittima” scelta da Fabrizio Biscaro per il suo atto criminale.
È questo il concetto sul quale l’avvocato e docente di criminologia all’Università di Trieste, Danilo Riponti, si sofferma maggiormente durante l’intervista rilasciata a Qdpnews.it per cercare di dare una spiegazione scientifica all’omicidio che si è consumato nel caldo pomeriggio di mercoledì all’Isola dei Morti.
L’accoltellamento di Elisa Campeol è una ferita ancora aperta nell’Alta Marca trevigiana e col passare dei giorni, e con i contorni del femminicidio sempre più macabri e privi di senso, sono in molti a pensare che questo fatto potesse essere in qualche modo evitato.
La storia clinica di Fabrizio Biscaro, la vittima scelta a caso, le numerose coltellate ad essa inflitte e l’autodenuncia con un pezzo di orecchio come prova, hanno fin da subito delineato un profilo mentale disturbato dell’uomo indagato per la tragedia.
“Il disturbo mentale ha una storica correlazione con i fatti criminosi, anche se sarebbe sbagliato pensare che tutti i fatti criminosi efferati abbiano origine da un disturbo mentale – spiega Riponti – Nel caso di Moriago, ciò che desta inquietudine è la fungibilità della vittima. Intendo dire che in assenza di movente specifico il disturbo mentale, con tutta probabilità e come dovrà essere accertato scientificamente attraverso una perizia medico-legale, ha contribuito in maniera decisiva a innescare il fatto”.
“Questo fatto ha una connotazione abbastanza inquietante ma non del tutto infrequente in letteratura criminologica per l’infungibilità–fungibilità della vittima – prosegue – Questo fattore attiene alla pericolosità sociale. Il criminale che colpisce qualsiasi persona in maniera totalmente fungibile, cioè se la vittima può essere sostituibile con un’altra persona, come parrebbe essere avvenuto in questo caso, è una “bomba” che può esplodere in qualsiasi momento e nei confronti di chiunque. Questo rende particolarmente delicato e anche serio l’accertamento della pericolosità sociale, materia che dovrà comunque essere oggetto di accertamento giudiziario in quanto dovrà rientrare nella risposta dell’ordinamento giuridico a questo grave fatto”.
Nei luoghi e locali pubblici di Col San Martino, Pieve di Soligo, Moriago della Battaglia e in generale di tutto il Quartier del Piave, il fatto che ha turbato maggiormente la popolazione è proprio la “non scelta” della vittima.
Secondo l’avvocato, la lettura criminologica dell’omicidio Campeol dovrà basarsi su una ricostruzione accurata e precisa della scena del delitto: “In questo momento bisogna che gli investigatori, la polizia giudiziaria e la procura della Repubblica abbiano la possibilità di conoscere nel dettaglio lo scenario e le componenti individuali che hanno contribuito a questa criminogenesi”.
A un fatto così grave dovrà corrispondere una ricostruzione seria e attendibile. “L’approccio scientifico di un fatto criminoso che consenta di rileggerlo e capirlo su una base di un contributo multidisciplinare è proprio la ‘mission’ della criminologia”.
In questi giorni si è parlato molto spesso di “lucida follia” da parte di Biscaro nel compimento dell’omicidio. Un fatto che secondo il criminologo risulta essere molto frequente: “Spesso, in una psicosi classica come quella definita ‘bipolare maniaco depressiva’, ci sono periodi di perfetta lucidità che si alternano a fasi depressive e maniacali che risultano quelle più criminogene”.
Sono in molti a interrogarsi sulla pena che sarà inflitta all’uomo indagato per questo cruento omicidio: “Se la perizia psichiatrica accerterà una totale incapacità di intendere e volere che consegue a disturbo mentale, questo soggetto non sarà assoggettabile a una pena in senso stretto. Perché la pena esige la sussistenza della capacità di intendere e volere; se questa non c’è, entrano in campo le misure di sicurezza”.
Cioè? “Nel caso di specie l’ospedale psichiatrico giudiziario, o quantomeno le strutture che ne hanno preso il posto essendo stati considerati nel nostro ordinamento gli ospedali psichiatrici giudiziari poco idonei a recuperare il reo e per questo abrogati, introducendo il nuovo concetto delle residenze sanitarie che dovevano curare l’esecuzione delle misure di sicurezza. Le nuove strutture sono purtroppo ancora in cantiere, ed è un problema di integrazione tra sistema sanitario e sistema penale che è ancora da costruire”.
“Tutti – conclude l’avvocato e docente – si sono preoccupati delle conseguenze sanitarie di questa pandemia; molti, altrettanto giustamente, di quelle economiche. Ma si sono dimenticati delle conseguenze dal punto di vista della psicologia sociale. Ci sono state conseguenze gravissime sotto il profilo del disagio mentale, di acuizione, di diffusione di gravi problematiche dal punto di vista dell’equilibrio psicofisico e psichico in generale: questa è un’emergenza pandemica al pari delle altre“.
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