Portare le star del cinema internazionale a soggiornare tra le colline del Prosecco Superiore, diventate patrimonio dell’Unesco, è la meta che si prefigge Tino Vettorello, chef e imprenditore della ristorazione veneta ed internazionale.
Lo chef sa cosa piace mangiare a George Clooney (gli ha dedicato una salutare ricetta con il rombo), Lady Gaga, Meryl Streep, al Vasco “nazionale” (omaggiato con una “Orata spericolata”) e a tutti i Vip dello spettacolo che ha “sfamato” in tredici anni di onoratissimo servizio alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Dalla terrazza ristorante, con la magnifica vista sulla spiaggia del Lido di Venezia, all’esclusivo privè del Palazzo del Cinema, lo chef di San Polo di Piave, su incarico della Biennale Cinema, li ha serviti un po’ tutti: i divi e le dive che sfilano sul red carpet per la prima di un loro film, i registi, i produttori, i giurati della mostra, gli imprenditori, i politici e tutta la “bella” gente che affolla la laguna all’inizio di settembre, per partecipare al festival cinematografico che ha eclissato anche Cannes.
Nell’attesa di vedere cosa accadrà per l’edizione 2021 (1-11 settembre), Tino Vettorello si concentra sul suo nuovo “Progetto Gourmet” avviato a Farra di Soligo, nel cuore delle colline vitate del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore.
Il ristorante “Villa Soligo” è ambientato nella barchessa inserita nel contesto dell’omonimo charming hotel, facente parte del gruppo Luxury Hotel, circondato da un parco secolare di 15.000 metri quadrati.
La nobile dimora di Soligo, di impronta palladiana, vanta una gloriosa storia: eretta verso la fine del XVIII secolo, passò dal casato degli Azzoni Avogadro a quello dei conti Brandolini, signori di Cison di Valmarino.
Oggetto di totali rimaneggiamenti nell’Ottocento e all’inizio del XX secolo, bisogna fare un lungo salto temporale, fino al 1982, per assistere alla trasformazione da elegante villa padronale a clinica di lusso, in cui Alain Camille Mességué, figlio del Maurice propugnatore della fitoterapia moderna, ha rimesso in forma, fino al 1994, personaggi del calibro di Marcello Mastroianni, Silvio Berlusconi, Alberto Sordi, Maria De Filippi, Maurizio Costanzo, Ugo Tognazzi e altri bei nomi della finanza e del cinema.
Tino, lo chef di due siti Unesco, non punta sui trattamenti estetici ma benefico influsso che si ricava, anche per lo spirito, nello stare bene a tavola. “Villa Soligo”, nel suo nuovo assetto, era già pronta ad accogliere gli ospiti dall’agosto 2020, dopo il taglio del nastro alla presenza del governatore Luca Zaia.
Poi la seconda ondata pandemica ha determinato il lungo “stop” di ristorante e hotel. La stagione estiva ormai alle porte, con la situazione sanitaria in nettissimo miglioramento, induce a ben sperare di poter finalmente esibire la linea di cucina del ristorante, orchestrata da Tino con una brigata di giovani cuochi (un paio provengono dalla scuola di Carlo Cracco) e proposta dal team di sala, che si è fatto le ossa anche in eventi internazionali.
Il nuovo menu è un mix di mare e di terra, visto che nasce tra le colline del Solighese ma non dimentica il forte legame dell’entroterra con l’Adriatico e la laguna veneziana: dai bon bon ripieni di anitra al mosaico di tonno in salsa di coniglio, dal raviolo di branzino al burro affumicato al fieno, fino alla ricciola con la patata alla brace, riduzione di ortiche e salsa alla curcuma e champagne, peer concludere con una originale revisione “scomposta” del dessert trevigiano più noto al mondo: il Tinomisù.
Piatti pensati per essere abbinati ai vini veneti, in primis lo spumante che nasce dai ripidi vigneti trevigiani divenuti patrimonio dell’Unesco.
“Come sempre nella nostra cucina c’è tanta ricerca del prodotto e delle primizie stagionali, tanta energia nei colori, ma anche innovazione legata alla storia del Prosecco, alle coltivazioni degli orti, al nostro radicchio, agli asparagi, alle castagne, alla cucina naturale e selvatica di questo territorio. Ovviamente, non dimentico mai di proporre la mia amata cucina veneziana di laguna, tra il pesce dell’Alto Adriatico e le erbe spontanee delle barene”, sottolinea Tino Vettorello, che ha presentato il menu in anteprima ad un selezionato gruppo di giornalisti provenienti da Veneto, Trentino ed Emilia Romagna, in attesa di preparare anche a Soligo un’altra specialità da dedicare ad un divo di Hollywood in vacanza nella terra del Prosecco.
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