Sono in corso importanti lavori di restauro nella chiesa arcipretale dell’Annunciazione di Col San Martino, frazione di Farra di Soligo.
L’intervento – che ha reso necessario la chiusura totale temporanea del luogo di culto – è realizzato con il contributo 8 x 1000 alla Chiesa cattolica e ha un importo complessivo di 445.145 euro, come indicato dai tabelloni esposti all’esterno della chiesa.
La direzione dei lavori è affidata all’architetto Sabina Favore, mentre la direzione tecnica ai restauratori Giuseppe Dinetto e Stefania Gardiman.
“I lavori nella chiesa dell’Annunciazione – spiega l’architetto Favore, progettista – riguardano una serie di interventi di restauro conservativo all’interno, che si possono identificare sostanzialmente nel recupero delle pareti interne dell’aula e del presbiterio, nel restauro delle superfici intonacate della cupola e della volta che prevedono anche il restauro degli affreschi”.
L’intervento fa parte di un progetto globale che ha previsto l’analisi e lo stato di conservazione di tutto l’edificio attuando dei lavori su ogni fronte, suddivisi per stralci: “Nel 2012 – precisa – fu eseguito il restauro della struttura di copertura e in questo momento si realizzerà il restauro delle superfici all’interno dell’edificio. Nello specifico, è attualmente in corso l’esecuzione di tutti i lavori che riguardano il recupero delle superfici delle pareti interne, del controsoffitto in arelle e della cupola”.
“Nel 2009 la caduta di un frammento di intonaco proveniente dalla parte centrale di un affresco – ricorda Favore – impose la necessità di costruire una struttura sospesa che permetteva di proteggere la chiesa da eventuali altre cadute e, ai frammenti eventualmente caduti, di adagiarsi sul piano di protezione poco distante”.
“La struttura – prosegue l’architetto – è però stata tolta all’inizio di questi lavori del 2024 e l’affresco si è presentato integro: il merito va ai lavori eseguiti nel primo stralcio del 2012 che riguardarono il consolidamento della struttura portante del tetto e della struttura portante del controsoffitto a cui erano sostenute queste opere d’arte. È stato così possibile procedere al restauro delle superfici affrescate”.
Di che opere artistiche stiamo parlando? “Molti fedeli si sono chiesti durante questi anni, dal 2010, che cosa si nascondesse dietro la controformatura posta nel piano orizzontale centrale del soffitto – afferma Favore -. Molti ragazzi più giovani non hanno mai potuto vedere queste opere d’arte: risalgono a Guido Cadorin, che nel 1921 dipinse un trittico importante nella pittura veneta del primo dopoguerra rappresentando tre scene: “Il martirio di San Vigilio”, “San Martino che dona il mantello al povero” e al centro la “Crocifissione”, opere che sono ora in restauro attraverso il consolidamento degli intonaci e il recupero delle superfici policrome”.
È oggetto di restauro anche il dipinto che si trova nell’arco cieco sopra l’ingresso, “Gesù Bambino offre i gigli a San Giuseppe”, unica opera originaria rimasta integra di don Demetrio Alpago, che realizzò gli affreschi dell’intera chiesa subito dopo la sua costruzione a inizio Novecento: gli altri affreschi del soffitto si persero a causa del crollo del tetto colpito da tre granate durante la prima guerra mondiale.
Nelle pareti e nella volta – aggiunge – “si restaurano gli intonaci, attraverso la rimozione degli strati accumulatisi nel tempo, soprattutto quegli interventi di sistemazione e tinteggiatura a tempera risalenti agli anni Settanta che furono eseguiti per riparare i danni provocati dall’incendio del 1971 e che coprirono così le finiture originarie”.
“Verrà eseguito anche il restauro degli elementi lapidei che fanno parte dell’apparato architettonico delle facciate interne – dice ancora l’architetto – quali zoccoli, davanzali, stipiti, architravi delle finestre, cornici in pietra, colonne, portali e balaustrini, previa la pulitura da quegli strati sovrapposti che si possono ora vedere soprattutto negli stipiti, la rimozione di croste nere, patine e depositi superficiali”. Infine, verrà eseguito il recupero dei serramenti metallici e delle vetrate”.
Il ritrovamento
I lavori stanno regalando anche delle inattese sorprese: “Durante i lavori di recupero delle facciate – conclude Favore -, nascosto dal rilievo del cornicione di sommità, è stato trovato sotto vetro un documento della fabbriceria del 1921 con i nomi dei soci e un articolo di giornale”.
(Autore: Beatrice Zabotti)
(Foto: Qdpnews.it e per concessione dell’architetto Sabina Favore)
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