“Non conoscevo Elisa ma dovevo ucciderla”: la “lucida follia” di Fabrizio Biscaro che lo ha spinto a infierire sul corpo della donna

Sentivo l’impulso a fare del male. Sono andato all’Isola del Morti, ho visto quella ragazza e l’ho uccisa. Non la conoscevo ma dovevo farlo”.

Fabrizio Biscaro ha risposto così venerdì mattina, alle domande del gip Marco Biagetti durante l’interrogatorio di convalida del fermo per l’omicidio volontario di Elisa Campeol, assassinata con oltre venti coltellate mercoledì a Moriago della Battaglia.

Assistito dall’avvocato Rosa Parenti, il 34enne non si è sottratto e alle domande e ha confermato quanto aveva dichiarato nel primo interrogatorio davanti al sostituto procuratore Gabriella Cama.

Lo ha fatto con calma, senza tradire emozioni, con la stessa “lucida follia” che lo ha spinto a dare sfogo a quell’impulso di uccidere che sentiva da un giorno scegliendo una vittima a caso.

Una donna che non conosceva e che, ignara del pericolo, stava prendendo il sole lungo il Piave.

La stessa follia che lo ha spinto a infierire sul corpo martoriato e agonizzante di Elisa, tagliandole un orecchio che ha poi consegnato ai carabinieri insieme al coltello usato per ucciderla.

Il gip Biagetti ha convalidato il fermo e Biscaro resta recluso nel carcere di Santa Bona dove è sorvegliato a vista.

La procura ha fissato per martedì 29 giugno l’autopsia sul corpo della 35enne che sarà eseguita dal dottor Alberto Furlanetto.

Intanto continua l’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Treviso. Dal punto di vista della dinamica della brutale uccisione di Elisa resta poco da accertare, ma sono ancora molti i punti da chiarire.

A cominciare dallo stato di salute mentale di Biscaro per escludere che possano essere stati ignorati i segnali della sua potenziale pericolosità.


(Foto: web – archivio Qdpnews.it).
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