“Paesaggi Sonori” a Soligo: riflessioni su paesaggio e musica nel concerto della Piccola Orchestra Veneta all’eremo di San Gallo

Ieri sera si è tenuto un nuovo appuntamento della rassegna “Paesaggi Sonori – Arte, Spiritualità e Bellezza in territorio Unesco” con l’esibizione musicale della Piccola Orchestra Veneta, diretta dal maestro Giancarlo Nadai, all’eremo di San Gallo a Soligo.

“Il Diavolo trilla all’Eremo di San Gallo” era il titolo del concerto nel quale sono stati proposti alcuni capolavori del compositore piranese Giuseppe Tartini (1692-1770), tra i quali “Il trillo del diavolo” e la sonata in sol minore “La Didone abbandonata”.

L’iniziativa, sostenuta dall’Università degli Adulti di Pieve di Soligo, da Soligo Musica e da Home Cucine, ha ottenuto il patrocinio dell’Osservatorio per il Paesaggio delle Colline dell’Alta Marca.

Hanno convinto il pubblico le esibizioni dei solisti Mattia Tonon e Andrea Bet, gli aneddoti sulla storia del compositore Tartini, curati dalla speaker radiofonica Elisa Nadai, e l’intervento culturale proposto da Danilo Riponti, avvocato ed esperto di storia medievale.

Riponti ha parlato della bellezza del paesaggio delle colline Unesco, evidenziando il legame fra la musica e il paesaggio.

“Tra il paesaggio e la musica c’è un grande legame – ha esordito l’avvocato – Per me la musica è un tutt’uno con il creato. L’incipit del Vangelo di Giovanni, ‘In principio era il Verbo’ ci ricorda che il Verbo, la Parola e il suono sono un tutt’uno con la potenza creatrice. Il suono è creazione, anche per la tradizione orientale, e nel Canto Gregoriano c’è una descrizione del paesaggio e dell’anima che si pone davanti al creato”.

“L’anima ha una natura sinfonica – continua – e il suono è il centro dell’anima del cristiano nel suo rapporto con il creato. Penso anche al Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi, che è stato composto come lauda cantata al creato, al paesaggio nella sua natura divina”.

L’avvocato esperto di storia del Medioevo, dopo aver letto dei passi con alcune riflessioni dei nativi americani sul rapporto fra l’uomo e la natura, ha ricordato anche il monaco irlandese San Gallo, discepolo del conterraneo San Colombano che nel 590 ha iniziato la predicazione in Europa arrivando a Bregenz, in Austria, dove ha fondato un complesso monastico.

Dopo pochi anni, Colombano è partito per l’Italia con alcuni compagni ma, inaspettatamente, Gallo non lo ha seguito, rompendo il giuramento di obbedienza dell’ordine (In Italia Colombano ha fondato l’Abbazia di San Colombano di Bobbio nel 614, morendovi l’anno seguente).

Gallo è morto a 95 anni, le sue reliquie sono state recuperate e poi è stata fondata l’Abbazia di San Gallo in Svizzera.

L’eremo di San Gallo a Soligo è stato realizzato sui resti del castello di Soligo, distrutto nel 1378: secondo la tradizione, è stato costruito nel 1430 dal frate Egidio di Lombardia, che si era formato proprio nell’Abbazia di San Gallo, che ne fece un luogo di eremitaggio grazie alla posizione isolata e alla bellezza della natura del luogo.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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