Presentato ieri a Salgareda il libro su don Alfonso Donadel a 15 anni dalla morte: un lavoratore instancabile

Oltre 500 persone presenti ieri sera a Salgareda alla Cantina Vigna Dogarina nel ricordo di don Alfonso Donadel grazie alla presentazione del libro di Otello Drusian “Umili, attenti e devoti: don Alfonso Donadel parroco di Arzeri. Cenni storici sulla parrocchia di San Lorenzo in Bidoja”. E’ stata una serata speciale che ha unito in un abbraccio fraterno le comunità di Farra di Soligo e di Salgareda nel ricordo di don Alfonso Donadel

Nato il 4 aprile 1914 a Soligo e morto il 6 aprile 2004 nella casa “Papa Luciani” di Santa Lucia di Piave, don Alfonso Donadel è stato un “figlio” speciale del paese di Soligo, da dove partì giovanissimo per il seminario diocesano.

Ordinato sacerdote nella cattedrale di Vittorio Veneto nel 1939, fu prima cappellano a Campodipietra, Chiarano e Bibano, quindi parroco a Stabie, nel Bellunese, dal 1948 al 1957; poi, fino al 1998, guida pastorale dell’amatissima Arzeri, nel Comune di Salgareda.

Don Brunone de Toffol, attuale parroco di Farra e Soligo, ha voluto ricordarlo così: “Penso che sia positivo, a 15 anni dalla morte, che lo scrittore Otello Drusian abbia presentato ieri “Umili, attenti e devoti” sulla figura di don Alfonso Donadel, nato a Soligo il 4 aprile 1914”.

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Formatosi nella semplicità della vita del nostro Quartier del Piave – continua don Brunone – ha portato con sé le radici di lavoratore instancabile sia come pastore d’anime, costruendo in 42 anni una piccola ma solida comunità cristiana come quella di Arzeri di Salgareda, sia come lavoratore dei campi e delle vigne, dalle quali traeva non solo buon vino ma anche un’ottima grappa e prodotti naturali dei quali faceva parte con i poveri e con i confratelli”.

“Tutti lo hanno conosciuto come un prete di preghiera e concretezza, che aiutava – prosegue il parroco solighese – La sua è stata una vita semplice, che impressionava. Ad Arzeri lo trovavi immerso in qualche lavoro agricolo o in chiesa ad aggiustare qualcosa, ma sempre disponibile ad ascoltare la gente del popolo e quanti accorrevano per chiedergli una benedizione particolare. Le sue parole erano profonde, quelle di un vero pastore con “l’odore delle pecore”, come dice papa Francesco”.

“In questo volume che rende omaggio alla figura e all’opera di don Alfonso Donadel – ha affermato Marco Zabotti, direttore scientifico dell’Istituto “Beato Toniolo”, che ha sostenuto l’iniziativa editoriale – leggiamo la caparbia, paziente, indomita ricerca e la volontà di Otello Drusian di raccontare la vita di un sacerdote straordinario per la sua fede e la sua umanità, che ha saputo essere fra la sua gente testimone credibile della duplice fedeltà a Dio e ai fratelli. Un costruttore di comunità, rigoroso ministro della Chiesa e dei suoi precetti e, allo stesso tempo, intelligente e convinto innovatore in ambito pastorale e sociale”.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto per gentile concessione di Marco Zabotti).
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