“Varda cosa che ho tirà su da l’ort!”: l’emozione è palpabile ed è tanta quando Rolando Secco va a casa della figlia Elisa e le mostra il frutto del suo impegno quotidiano. Ha in mano un cavolfiore di quasi 5 chili, coltivato come si faceva una volta; il cuore gli batte a mille.
Una soddisfazione così grande la può capire solo chi lotta tenacemente tutti i giorni con malattie, erbacce ed esseri viventi del terreno, più o meno grandi, che fanno di tutto per “mettere i bastoni tra le ruote” agli appassionati dell’orto.
Il signor Rolando Secco, operaio in pensione di 61 anni residente a Vidor, è uno di questi e da una vita si prende cura del suo piccolo appezzamento a Col San Martino, circa 2.000 metri tra orto e frutteto. Negli ultimi 4 anni, da un hobby del fine settimana, è diventata una passione a tempo pieno.
Il cavolfiore raccolto ieri, venerdì, da Rolando Secco pesava precisamente 4 chili e 621 grammi, non era mai accaduto di raccoglierne uno così grande da 30 anni.
È stata una soddisfazione anche per il suo nipotino di soli tre anni, che va nell’orto con il nonno per “rubare co l’ocio” e appassionarsi a questo lavoro che richiede tanto impegno se svolto con i metodi tradizionali di una volta, senza ricorrere a trattamenti chimici.
Rolando in quei duemila metri quadri coltiva ogni ben di Dio tutto l’anno e dedica vero amore anche al variegato frutteto, tutto per far felice la sua famiglia e gustare ottime prelibatezze.
Una passione che è iniziata quando era bambino ed aiutava il nonno, ora che lo è a sua volta spera che il nipotino segua un giorno la sua passione. Di sicuro quel cavolfiore da record è un bel punto di partenza da cui prendere esempio.
(Foto: per gentile concessione di Elisa Secco).
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