“Mura era una donna straordinaria, era una giornalista, un’autrice di letteratura rosa e un’assidua viaggiatrice”. Così Marcello Sorgi sulla protagonista del saggio biografico “Mura. La scrittrice che sfidò Mussolini” presentato ieri sera nell’ambito della rassegna “Incontra e racconti” all’auditorium Santo Stefano di Farra di Soligo.
Con questo libro il giornalista, già direttore del Tg1 e del quotidiano La Stampa, riaccende i riflettori su una vicenda di censura paradossale che risultò nella messa al bando del romanzo “Sambadù. amore negro”. L’anno di pubblicazione, il 1934, coincise con la prima visita di Hitler a Roma che spianò la strada alla promulgazione delle leggi razziali.
“Fu il primo grande caso di censura preventiva del fascismo – spiega Sorgi – è la storia di una giovane e ricca vedova romana che vive in un albergo dove conoscerà un ingegnere del Senegal, un borghese come lei. Fra loro nascerà una storia d’amore e di passione forsennata segnata da difficoltà razziali. Il libro è profondamente razzista per questo sorprende la decisione del Duce e di Ciano di censurarlo (contiene in 100 pagine 79 espressioni razziste). Probabilmente fu giudicato dalla copertina molto esplicita che ritrae una donna bianca che si abbandona fra le braccia di un uomo nero”.
Dei libri scritti da Mura, che morì in un incidente aereo nel 1940, “Sambadù. amore negro” è per assurdo il meno scabroso. “Aveva scritto un libro che toccava il tema dell’amore lesbico e un altro in cui si parlava di pedofilia, probabilmente un racconto autobiografico o comunque ispirato a qualcosa che le era capitato quando era bambina, e dunque argomenti molto scabrosi per il tempo: ciononostante, nessuno di questi libri fu messo al bando”.
“Mura è un personaggio affascinante che ci consente di indagare il mondo femminile nei primi anni del fascismo, non dimentichiamo che questa scrittrice in parte dimenticata arrivò a vendere un milione di copie in una Italia che aveva uno dei tassi più alti di analfabetismo, soprattutto femminile. Mura raccontava i veri desideri delle donne, senza trattenersi, tanto che il più grande critico letterario dell’epoca disse che i suoi libri erano fondati su un ‘erotismo carnivoro’, cosa che non era per la verità, perché gli elementi di erotismo presenti nei suoi romanzi erano molto lievi e garbati”.
L’incontro, moderato dall’ideatrice della rassegna Adriana Rasera, ha visto la partecipazione del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto Giuliano Gargano e della giornalista Sara Salin che legandosi al libro di Mura, “un caso di cancel culture ante litteram” hanno proposto una riflessione sulla salute attuale del mondo dell’informazione alle prese con la larga diffusione dei social dove arginare un contenuto offensivo e distinguere i fatti reali dalle fake news è sempre più difficile, ma anche con la crescente attenzione (talvolta ossessiva) al politicamente corretto.
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