Ricordare è un dovere civico, un gesto di riconoscenza per chi non c’è più, sempre. È quanto viene fatto a Soligo da 80 anni per non dimenticare mai la strage nazifascista in cui, il 1 settembre 1944, furono barbaramente uccisi sei cittadini farresi e due pievigini. Così si farà anche domani, domenica 1 settembre 2024.
Le testimonianze locali sono ancora vive e così affermano: “I sette prigionieri vennero legati dietro ad un camion e trascinati verso Farra per circa 300 metri, fino alla recinzione di villa Toffoli. Qui, esattamente dove oggi sorge il monumento ai caduti, vennero fucilati e poi finiti a colpi di pugnale. Uno dei sette avrebbe tentato di fuggire oltre la siepe, ma venne raggiunto e ucciso. Alla scarica dirompente dei fucili i prigionieri caddero insieme come fantocci. Le vittime erano talmente sfigurate e martoriate che ai parenti non fu nemmeno concesso di vederle“.
Le vittime
Le vittime erano i solighesi Giuseppe Bonaventura (53 anni), Ruggero Camilotto (46 anni), Vigilio Nardi (47 anni), Paride Pecoretti (32 anni), Giuseppe Tomasi (44 anni), Pietro Simoni di Monchera e i fratelli Giovanni e Olivo Ricoldo (32 e 40 anni), residenti a Pieve di Soligo.
Per la drammaticità degli eventi qui accaduti, nel 2008 il Comune di Farra di Soligo fu insignito della Medaglia di bronzo al Valor Civile dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Le ipotetiche cause della strage
Bonaventura, Camilotto, Pecoretti e Tomasi erano dipendenti di villa Brandolini, i fratelli Ricoldo furono arrestati nei pressi del medesimo edificio, Nardi fu prelevato mentre tentava di salvare una mucca, Simoni fu ucciso a bruciapelo a Monchera, all’altezza delle case Girardi. Secondo alcuni testimoni dell’epoca l’evidente “accanimento” verso i dipendenti dei Brandolini non fu una casualità. Il conte, infatti, era uno dei principali intermediari tra la popolazione di Farra e il noto partigiano Toni Adami, fondatore della brigata Garibaldi “Mazzini” con il comandante “Amedeo”.
Il rastrellamento
Contemporaneamente alla brutale esecuzione degli otto civili, avvenuta alle 11 del mattino del 1 settembre 1944, i nazifascisti diedero alle fiamme un centinaio di case e stalle in piazza Gregorio Nardi e nelle vie Cao de Villa, Furlan, Marconi, Muratori, Ospedale e Tempietto. Nella sola Soligo furono danneggiate 92 abitazioni, 69 delle quali risultarono completamente distrutte.
(Autore: Luca Nardi)
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