Le tradizioni sono tradizioni e vanno coltivate di anno in anno: così è avvenuto anche ieri, mercoledì 8 dicembre, a Soligo, dove è stato acceso il secondo Albero di Natale più grande d’Italia, orgoglio del Quartier del Piave, con i suoi 112 metri di altezza e 64 di larghezza.
Una tradizione che ha sfidato il maltempo mediante l’ormai consolidata usanza dell’accensione a distanza delle migliaia di luci installate sul colle di San Gallo dai volontari, in particolare giovani, della Pro Loco di Soligo.
Presenti alla partecipata cerimonia il presidente Enrico Nardi, il sindaco Mattia Perencin, gli assessori Maria Teresa Bianco e Silvia Spadetto, il parroco don Brunone De Toffol, rappresentanti dell’Arma Aeronautica e degli Alpini e il nuovo comandante della stazione dei Carabinieri di Col San Martino Giovanni Sergi.
L’Albero gigante di Soligo dal 1993 si vede da molto lontano durante le festività natalizie grazie alla geniale idea dell’allora presidente Arcangelo Busetto, un simbolo di bellezza che inorgoglisce la provincia di Treviso e regione Veneto per il suo primato alle spalle dell’Albero natalizio di Gubbio.
Nel breve intervento il presidente tuttofare Enrico Nardi ha ringraziato i suoi collaboratori, che si sono dati da fare non poco anche quest’anno, e si è detto dispiaciuto per il maltempo che abbia limitato la buona riuscita della serata di ieri.
Anche il sindaco ha ringraziato i giovani volontari della Pro Loco, che cambiano ogni anno molte tra le migliaia di lampadine per preservare lo straordinario effetto scenico dell’albero gigante, e si è detto orgoglioso di poter vantare nel proprio territorio un’eccellenza nazionale da ormai trent’anni.
Una cerimonia di accensione un po’ sottotono che non ha voluto mancare dopo lo stop del 2020 a causa del lockdown pandemico: dalla serata di ieri Soligo illuminerà come un faro le festività natalizie del Quartier del Piave.
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