“Un talento umile e sincero”: oggi a Soligo l’addio a Bruno Donadel, il “pittore contadino” dell’Alta Marca

Spesso a fatica mi credo un pittore: per me tutto questo è un miracolo”. Queste parole pronunciate in vita dallo stesso Bruno Donadel ne restituiscono il ritratto più intimo, quello di un talento naturale che è riuscito ed emergere senza mai perdere la naturale spontaneità con lo contraddistigueva.

A riportarle il parroco don Brunone De Toffol, durante il funerale che si è tenuto quest’oggi nella chiesa di Soligo, il paese al quale il maestro è sempre stato molto legato e nel quale è nato e vissuto tutta la vita.

Accanto all’altare una crocifissione di Donadel, uno dei tanti soggetti ricorrenti nei quadri del “pittore contadino”, come lui stesso amava definirsi, che messi insieme compongono il mondo rurale della Sinistra Piave, il tema principale al quale dedicò la propria arte.

Bruno Donadel era nato nel 1929 in una famiglia di mezzadri e riuscì ad emergere nel mondo della pittura quasi da autodidatta. Il suo ingresso ufficiale risale al 1956, quando inviò un rotolo di disegni ad un gallerista milanese, che colpito dal talento di quelle opere ne scelse tre da inviare ad un importante concorso artistico, che il giovane solighese poi vinse.

Nonostante le porte del capoluogo lombardo gli fossero aperte, Donadel scelse sempre di rimanere legato ai propri luoghi e al mondo contadino, tanto da acquistare la casa di Borgo Campestrin nel quale era nato e dove ha sempre vissuto.

Negli anni Sessanta, sempre da autodidatta, imparò ad utilizzare quella tecnica ad olio che poi impiegò per la maggior parte dei suoi quadri, nei quali è facile imbattersi in moltissimi edifici di tutta l’Alta Marca, a riprova di una carriera prolifica e apprezzata diffusamente.

“Quando vado a benedire le case noto spesso delle sue opere – ha sottolineato don Brunone durante l’omelia – E’ stato un pittore straordinario, ma la vera bellezza di Bruno è stata quella di uomo che ha vissuto intensamente una vita sofferta, ma dalla quale ha saputo sviluppare una visione ironica e gioiosa. In tanti oggi non possono capire un carattere come il suo: appariva ruvido e burbero, ma in realtà è sempre stato una persona umile, generosa e sincera”.

Presenti alla cerimonia molti artisti del territorio, oltre ai parenti e agli amici. In rappresentanza del Comune di Farra di Soligo l’assessore Silvia Mazzocco, mentre il sindaco Giuseppe Nardi non ha potuto partecipare perché indisposto.

Le commemorazioni funebri sono poi proseguite in cimitero, ma prima di uscire dalla chiesa Francesco Di Leo, presidente della associazione Prospettive di Conegliano, ha letto dal pulpito dell’altare la preghiera degli artisti in onore del “pittore contadino” Bruno Donadel, un inno cristiano dedicato all’arte come massima forma della bellezza.

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(Fonte: Edoardo Munari © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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