Grande commozione a Follina ieri domenica 9 ottobre per la commemorazione dei Caduti e delle vittime civili di ogni nazionalità e di tutte le guerre. Un momento per ricordare ed onorare tutte le ingiuste e giovani morti, strappate a un futuro ancora da scrivere.
Il ritrovo è avvenuto alle 9 al monumento “Le Crode della Storia” con lo schieramento di tutte le associazioni e autorità del territorio, tra le quali il neo deputato (e sindaco di Tarzo) Gianangelo Bof e il consigliere regionale Alberto Villanova. Alle 9.15 l’alzabandiera accompagnato dall’Inno di Mameli della Fanfara Alpina di Conegliano e la formazione del corteo. Una lunga sfilata fino al Cimitero Austro-Ungarico in cui è avvenuta la cerimonia commemorativa.
Inni nazionali, l’Onore ai Caduti con la deposizione delle Corone d’alloro e i discorsi commemorativi. A prendere per primo la parola Oberst i.R Dieter Allesch, rappresentante della Croce nera d’Austria che, dopo i dovuti ringraziamenti e saluti, ha dato il suo discorso scritto alla moglie per poterlo leggere con un italiano più fluente: “In passato ho sempre concluso i miei discorsi dicendo: ‘Preghiamo per un futuro senza la necessità di costruire nuovi cimiteri militari in Europa’. Speravamo che servissero da monito ma da alcuni mesi osserviamo con dolore le terribili sofferenze e i grandi crimini commessi contro il popolo ucraino e i diritti umani. Quelli seppelliti qui sicuramente avevano altri progetti e obiettivi di vita ma la loro giovani vite sono state brutalmente distrutte, combattendo contro un nemico che non conoscevano”.
“I cimiteri militari – continua – sono un luogo in cui si possono rivivere i tragici momenti della nostra storia, un forte promemoria per pensare. Le gravi ferite inflitte un tempo si sono rimarginate, e oggi possiamo godere di una grande amicizia fraterna. Ci stringiamo la mano sulle tombe dei nostri Caduti e ci chiniamo in reverenza sui soldati di entrambe le parti, commemoriamo i loro successi e le grandi sofferenze che hanno sopportato promettendoci di prendere sul serio il loro monito per la pace”.
“Una giornata dedicata alla memoria del passato – ha aggiunto il sindaco di Follina Mario Collet – che ci offre uno spunto per riflettere sul nostro futuro e sul nostro presente. Sono passati più di cento anni dal primo Conflitto mondiale e ci troviamo oggi a fare ancora i conti con le troppe vite spezzate prematuramente. La mia amministrazione comunale ha investito anche di recente sulla manutenzione di questo luogo sacro perché possa essere sufficientemente illuminato e fruibile da chi ha ridotte capacità motorie: questo è il nostro modo per dire grazie a quanti si sono sacrificati per noi e per permettere ai più giovani di non dimenticare mai uno dei pezzi di storia più importante per il nostro Paese e del mondo intero”.
“Fratellanza, condivisione, rispetto e soprattutto pace – conclude – questi i valori essenziali che fanno in modo che la comunità cresca in un mondo di libertà, giustizia e democrazia. Dobbiamo sforzarci di andare oltre l’odio, il rancore, le speculazioni e fare posto nel nostro cuore alla speranza, amore e perdono. La guerra non riguarda solo le nazioni direttamente coinvolte nel conflitto ma è anche qui: molti cittadini non sanno come far fronte ai rincari energetici. Con le parole non si comprano i beni alimentari ma è proprio questo il momento per pensare all’altro come una risorsa, una fonte di supporto, aiuto e conforto”.
Presente alla commemorazione anche l’ambasciatore dell’Ucraina in Italia Yaroslav Melnyk, che con parole forti e decise ha dichiarato: “Una delle esperienze più drammatiche, milioni di soldati ucraini sono stati costretti ad uccidersi a vicenda e le nostre terre furono oggetto delle più grandi distruzioni. La guerra ha insegnato a noi che il nostro Stato è l’unità del popolo ucraino. Oggi si è risvegliato lo specchio della Grande Guerra e l’Ucraina sta combattendo per la libertà difendendo dei valori comuni all’Europa opponendosi all’impero del male. Dobbiamo convincere insieme la Russia: piena responsabilità, nessun ricatto e nessuna intimidazione. Ringrazio tutti voi per la vostra vicinanza”.
“Nessuno avrebbe mai pensato – ha aggiunto Karla Wursterová, ambasciatrice della Slovacchia – che nel secondo presente potessero accadere di nuovo atrocità belliche vivendo un’altra guerra così vicino alle nostre case. L’Ucraina non è sola, il vostro popolo può contare su di noi. Desidero che questo sacrario continui ad essere il luogo che collega le nostre nazioni attraverso la sofferenza passata e la realtà dei nostri rapporti. Le parole non devono rimanere solo un progetto astratto”.
“Un momento simbolico per la storia – ha dichiarato il viceprefetto vicario di Treviso Antonello Roccoberton – in cui tanti giovani hanno perso la vita. È importante ricordare quanto avvenuto e rendere onore ai giovani che hanno perso la vita prematuramente. Inoltre è importante per far capire ai giovani quanto sia importante consolidare e sviluppare la collaborazione, pace e serena convivenza. Oggi abbiamo dato il nostro piccolo contributo di riflessione della necessità del rispetto della vita umana e sull’inutilità dei conflitti bellici”.
“Per noi che viviamo in una società democratica – ha aggiunge il Generale di Corpo d’Armata dell’Esercito Salvatore Camporeale – è importante ricordare coloro che hanno sacrificato la vita per la patria. Un luogo sacro che ci vede accomunati per un rispettoso omaggio. La storia può darci la giusta chiave di lettura nella speranza di non commettere gli stessi errori. Ringrazio tutti quelli che si adoperano per la memoria che è maestra di pace, dialogo, uguaglianza e democrazia”.
Successivamente è stata recitata la preghiera per le diverse chiese presenti ed è stato inaugurato l’Albero della pace posto all’esterno del cimitero.
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