Lunedì scorso 1° maggio sono stati proprio tanti i fedeli che hanno voluto partecipare alla concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, in prossimità dell’antica chiesetta intitolata a Valmareno ai Santi Giacomo e Filippo, nella ricorrenza di San Giuseppe lavoratore.
Per una partecipazione così numerosa all’appuntamento annuale promosso dalla diocesi, sempre in sedi diverse, sicuro il richiamo anche stavolta della ricorrenza dedicata al lavoro, pure nel suo importante significato cristiano, e alla benedizione dei mezzi agricoli, più in generale delle macchine e di quanti percorrono le arterie stradali. Ma nella piccola frazione follinese, in questa occasione non poteva passare inosservata la ragione principale per cui una gran folla di persone gremiva per la messa tutta l’area verde antistante l’antico edificio sacro, ben visibile da parte di tutti coloro che percorrono la strada provinciale della Vallata nel tratto compreso tra i comuni di Follina e di Cison di Valmarino.
Lo ha spiegata all’inizio della celebrazione l’amministratore parrocchiale di Valmareno, don Gianpietro Zago: la felice ricorrenza dei seicento anni della consacrazione dell’altare della chiesetta dedicata i due grandi santi apostoli, alla quale sono particolarmente devoti in tanti originari e residenti in zona, anche per il fatto di essere ancora sede della celebrazione di matrimoni religiosi.
Infatti, come si legge nella raffinata brochure distribuita ai partecipanti a conclusione del rito, la prima attestazione finora nota della chiesa dei Santi Giacomo e Filippo a Valmareno si trova in un documento conservato presso l’Archivio Diocesano di Vittorio Veneto, contenente atti del Vescovo Correr. Si può risalire alla data, domenica 2 maggio 1423, esattamente sei secoli orsono. Si comprende pure che l’atto fu redatto in una stanza del monastero di Santa Maria di Follina.


A seguire vengono indicate le persone presenti: “Paolo priore del monastero, Andrea sacrista della chiesa cattedrale di Ceneda, Lorenzo cappellano del Vescovo, il sacerdote Matteo cappellano della chiesa di Santo Stefano di Farra, ser Pantaleo notaio, Giovanni figlio del defunto Francesco della Valmareno e altre persone non specificate”.
Si apprende quindi che il vescovo Antonio Correr, allora conte di Ceneda, consacrò “l’altare situato nella ecclesia Sanctorum Iacobi et Philipi concedendo una indulgenza di 40 giorni”. Va aggiunto infine che nel XVII secolo l’altare della chiesetta venne arricchito da una struttura lignea attribuita ai Ghirlanduzzi, completata da una pala dipinta nel 1685, con ogni probabilità da Antonio Sasso.
All’omelia della messa che ha ricordato l’evento sacro, concelebranti lo stesso don Zago e don Andrea Forest, delegato vescovile per la pastorale sociale e del lavoro, assistenti i diaconi Gino Poletta ed Elio Tardivo, Pizziolo ha messo in evidenza il valore cristiano del lavoro, legato alla “dimensione del dono e del contributo alla vita buona di tutti, lontano da ogni concezione pessimistica e padronale che spesso purtroppo permane nella mentalità corrente”.


Durante l’eucaristia don Giampietro Zago, che ha sulle spalle una significativa esperienza di prete operaio, ha citato in preghiera i defunti sacerdoti don Giovanni Carpenè, don Tarcisio Bertacco, don Mario Battistella e don Sisto Campodall’Orto, tutti legati a percorsi di impegno diretto e di animazione pastorale nel mondo del lavoro. Al termine, il direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale, Francesco Polo, ha ricordato i passi salienti del messaggio dei vescovi italiani per la Festa del 1° Maggio 2023.
Viva gratitudine per l’evento celebrato a Valmareno è stata espressa dal sindaco di Follina, Mario Collet, che ha pure evidenziato l’attaccamento profondo della gente del luogo per la chiesetta dei Santi Giacomo e Filippo, custodita oramai da decenni con impegno e passione dal bravo Enrico Girardi. Il brindisi finale offerto dalla Pro Loco di Valmareno a tutti i presenti ha suggellato in amicizia la bella festa di comunità.
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