Follina, due nuovi vigneti in Ligonto e Giazzera: il comitato “Per i nostri bambini” non ci sta

Quando si parla di vigneti nella Vallata del Soligo, si tocca un nervo scoperto. Da quando il boom di vendite di Prosecco nel mondo è aumentato in modo esponenziale, anche l’impianto di nuovi vigneti nei territori in cui è possibile coltivare il prezioso vitigno si è moltiplicato. Il vero nocciolo della questione è l’uso dei fitofarmaci nei vigneti, soprattutto quando gli stessi sono locati in prossimità di centri abitati, di aree fluviali e nel peggiore dei casi di scuole o centri sportivi. Le normative e i diritti in ballo sono molti, tanto che conciliare le diverse posizioni risulta impresa difficile.

E’ di questi giorni la notizia di due nuovi impianti nel territorio comunale di Follina (nelle foto), su una superficie complessiva di 175 mila metri quadri. L’associazione “Per i nostri bambini – gruppo Vallata”, da anni attiva sul territorio con azioni di sensibilizzazione tra cui convegni e la ormai famosa marcia “No pesticidi”, ha fatto pervenire in redazione una lettera aperta sull’argomento, qui integralmente pubblicata.

Devo lasciare un biglietto a mio nipote: la richiesta di perdono per non avergli lasciato un mondo migliore di quello che è”. Così Andrea Zanzotto traduceva il suo rammarico per l’incapacità dell’uomo nel rispettare la terra su cui vive. Ed è così che uno dei borghi più belli d’Italia si trasforma sempre più in uno dei borghi meno salubri d’Italia, perché se da un lato le opere pubbliche nel centro del paese riflettono le aspettative del cittadino medio, le politiche ambientali risultano sconfitte nel silenzio di un territorio che, lontano dagli occhi e lontano dal cuore, sta pericolosamente mettendo a repentaglio la salute dei cittadini. Con riferimento alle pratiche comunali numero CILA18023, PC180012 e PC18013 del 17 e 18 settembre 2018 a Follina sono stati previsti nuovi impianti di vigneti per un totale di 130 mila metri quadrati di terreno in località Pedeguarda (zona Ligonto) ed altri 45 mila in zona “Paluc o Palù”, in località Giazzera.

In entrambi i casi si tratta di zone limitrofe al fiume Soligo, “soggette a naturale sommersione durante i periodi con elevate precipitazioni o aree esondabili o a periodico ristagno idrico” come citato testualmente dalle Norme tecniche operative del piano degli interventi (N.T.O.) e dal Regolamento intercomunale di Polizia rurale (R.I.P.R.). Ne consegue che i trattamenti con utilizzo di prodotti fitosanitari, termine elegante per non definirli pesticidi, in queste zone non vocate alla viticoltura saranno inevitabilmente più massicci per garantire la quantità di produzione prevista a scapito ovviamente della qualità.

Follina Nuovi vigneti2

Per non parlare dell’aspetto paesaggistico in cui si registra l’esponenziale perdita di biodiversità con ripercussioni su tutto l’ambiente, fauna compresa (la presenza degli aironi lungo le sponde del Soligo che tutti ricordiamo, sono purtroppo un lontano ricordo) e sul mondo delle api, pilastro su cui poggia l’intero ecosistema. A questo punto ci si chiede come possa il consorzio Docg non tutelare i propri prodotti non intervenendo in situazioni al limite della tolleranza come in questo caso, ma ancor più ci si interroga su come il primo garante della salute dei propri concittadini non riesca a prendere coscienza delle conseguenze che pagherà la comunità intera in termini di malattia, correlazione tanto dibattuta quanto ampiamente e tristemente confermata da moltissime organizzazioni biomediche, una tra tutte l’ISDE (Associazione medici per l’ambiente).

La salute pubblica non può essere difesa soltanto da gruppi di cittadini organizzati, stanchi di una politica rispondente agli interessi di pochi, ma dovrebbe diventare responsabilità di tutte quelle persone che hanno coscienza del periodo storico in cui stanno vivendo e hanno la volontà di diventare parte attiva di fronte ad una problematica non più delegabile ad altri.

Per i nostri bambini – gruppo Follina

(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: Per i nostri bambini).
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