Follina, il ritorno degli antichi mestieri. La storia di Elisa Zanin e del suo atelier: “Servono passione e sacrificio”

Esistono antichi mestieri destinati a non passare mai di moda e a trasmettere quell’inesorabile sapore di passato, nonostante lo scorrere del tempo, tra crisi economica e avvento delle nuove tecnologie.

A raccontarlo è Elisa Zanin, classe 1987, originaria di Farra di Soligo ma follinese di adozione, che ha saputo tradurre la propria passione per ago e filo in una professione, con il suo atelier di sartoria “l’Elis” situato in centro a Follina, proprio di fronte a piazza IV Novembre.

“Passione e sacrificio” sono i primi ingredienti suggeriti da Elisa Zanin a chi, come lei, vuole cimentarsi in uno degli antichi mestieri più noti, ereditato dalla mamma e dalle nonna.

“La mia passione per la moda e per la creatività è iniziata davvero molto presto – ha spiegato la giovane – quando, a soli 3 anni, ho ricevuto in regalo la mia prima macchina da cucire. Poi ho indirizzato tutti i miei studi verso questa passione, prima frequentando l’indirizzo moda dell’istituto Ipsia Pittoni a Conegliano e poi laureandomi in ‘Fashion design’ all’Università Iuav di Venezia”.

“Durante gli studi ho sempre fatto pratica, realizzando degli abiti per me e le mie amiche oppure facendo dei lavoretti di riparazione sartoriale. – ha proseguito – Una volta laureata, e dopo essermi affacciata al mondo del lavoro, ho pensato che avrei potuto farcela da sola: così ho iniziato questa attività nel 2012, prima con un laboratorio a Farra di Soligo, e poi, nel dicembre 2019, aprendo questo atelier a Follina“.

A una prima occhiata ‘l’Elis’ potrebbe sembrare un normale negozio di abbigliamento, ma avvicinandosi si capisce subito di aver fatto un errore di valutazione: un cartello posto sulla porta chiarisce come vengano realizzati solo capi fatti a mano, e quindi modelli unici, per i quali è necessario prendere appuntamento.

Tutto come avveniva nella tradizionale bottega della sarta, tradizione che è stata mantenuta anche con la presenza di un piccolo laboratorio nel retrobottega, completo di stoffe e dello strumento principale per un’attività come questa: la macchina da cucire, sempre pronta a “creare in continuazione” su stoffe acquistate esclusivamente nel territorio, con una particolare predilezione per le tonalità intense e sgargianti.

Gusto, quello di Elisa Zanin, che è stato premiato anche nel 2018, in occasione della manifestazione “Artigianato Vivo” di Cison di Valmarino, grazie a un suo particolare modello di cappotto.

Ma come nasce un capo fatto a mano e quali sono stati gli abiti più particolari realizzati?

“Una cliente mi spiega quelle che sono le sue esigenze o desideri, che io cerco di tradurre in un modello da me disegnato: naturalmente, a scuola e all’università, mi è stato insegnato ad applicare l’uso del computer e delle nuove tecnologie alla moda, ma preferisco lavorare come un tempo, realizzando tutto a mano, disegno compreso. In caso di incertezza, io stessa posso fare una proposta. – ha specificato – Successivamente viene creato il cartamodello del capo, necessario per la creazione fisica dell’abito, con tutte le misure della cliente. Fatto questo, avviene la prova dell’abito: in genere ne basta una, a volte ne servono due”.

“Gli abiti più particolari richiesti? Sicuramente gli abiti da sposa. – ha raccontato – Ne ricordo uno delle tonalità dell’azzurro e del grigio e un altro dal corpetto completamente tempestato di Swarovski. Il tutto fatto rigorosamente a mano”.

Quali sono le difficoltà incontrate in questa avventura tra abiti e modelli e l’augurio per i sarti del futuro?

“Nonostante lo stop alle cerimonie, a causa del Covid, è stato comunque possibile continuare a lavorare. La vera difficoltà l’ho incontrata all’inizio del mio percorso, quando non tutti riuscivano a dare il giusto valore, anche in termini economici, al modello realizzato e, di conseguenza, a tutte le ore e al lavoro richiesto. Ma poi, insistendo, ci sono riuscita. – ha raccontato – Credo che la difficoltà stia proprio nell’iniziare un lavoro come questo, ma è necessario insistere per fare comprendere il valore di un lavoro artigianale e cogliere tutte le occasioni possibili per fare della pratica”.

“In sostanza, è un lavoro dove servono passione e sacrificio”, ha concluso Elisa Zanin.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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